Di Fabio Massa
Ancora sul caso delle indagini sulla Fondazione Milano Cortina. C’è uno strano silenzio da parte della politica, e anche da parte dei media. E allora sarà meglio dirlo, e scriverlo, ancora noi. Come abbiamo fatto nell’estate del 2022, a più riprese, in solitudine, ad anticipare l’inchiesta che poi è stata della Procura sugli intrecci con la Vetrya dell’allora amministratore delegato Vincenzo Novari, e ancora sulle assunzioni non tanto dei figli e dei parenti dei politici (quella uscì ovunque) quanto sulle assunzioni volute e decise da Novari in base alle proprie società o ex società. Tutto questo ha costituito un secondo filone, e se ne occupano i magistrati. Quello è il passato. Oggi dobbiamo parlare e scrivere e riparlare, finché qualcuno se ne occuperà, del rischio concreto che corrono le Olimpiadi del 2026. Del rischio concreto che siano un flop epocale. Perché le Olimpiadi sono un volano per la crescita, portano ricchezza, se gestite bene. E invece qui, in città come Milano e Cortina, non si sente affatto lo spirito olimpico. Altro che Expo: allora noi giornalisti non ne potevamo più di scrivere, di dibattere, di discutere. Per otto anni e più. Qui e ora, a meno di due anni dall’apertura, c’è la noia e le balle di fieno che rotolano nel deserto. E invece non dovrebbe essere così. Dovremmo avvertire forte la spinta olimpica, anche perché almeno sulla carta le Olimpiadi partono avvantaggiate rispetto ad Expo: le Esposizioni dovevi spiegare che cosa fossero, i Giochi no, lo sanno tutti. Il problema è che delle Olimpiadi sappiamo poco tutti quanti, e frega ancor di meno alla gente. E’ un problema non solo mediatico, ma sostanziale. Se delle Olimpiadi non importa niente a nessuno, se nessuno se ne cura se non chi ne ha un interesse, là si annida un grande rischio. L’evento deve stare sotto i riflettori per essere trasparente, e per essere partecipato. Aspettiamo un cambio di passo. Da anni. Per ora, invano.