Di Fabio Massa
Povero Fedez. E poveri noi, senza dignità. Io me lo ricordo eccome quando Fedez e Chiara Ferragni, coppia d’oro, fatta da sé, senza aiuti né aiutini, senza Spinelli (nel senso di Aldo il finanziatore, dell’inchiesta Toti), venne insignita del prestigioso Ambrogino. Tre anni fa, più o meno, i giornali erano tutti in ginocchio e riportavano la motivazione del premio: “Preparando la spesa e pedalando per la città per consegnare cibo alle famiglie in difficoltà, hanno mostrato quanto sia importante, anche con gesti semplici, porgere la mano ai più fragili nel segno di un autentico spirito ambrosiano”. E poi ancora, applausi quando litigava (praticamente tutti i giorni) con Matteo Salvini. E poi ancora, applausi quando battagliava per il ddl Zan, e per promuovere pubblicamente il referendum sull’eutanasia. E poi ancora, nel 2021, era un’icona per tutti i riformisti e progressisti d’Italia perché urlò contro la censura della Rai. Scrissero che Fedez era il nuovo Berlinguer del Pd. E la destra si scatenò di conseguenza: Nicola Porro scrisse che era il nuovo guardiano del maoismo Lgbt. Insomma, la tipica scenetta all’italiana, con i media inchinati al Fedez-pensiero da una parte e un’altra parte dei media (minoritaria, a dirla tutta) ad attaccarlo come fosse Satana. Ora vien da chiedersi che cosa sia successo: lui è nel mirino – pare, perché sulla vicenda non si capisce niente – per un pestaggio di cui sarebbe (e mettiamoli, sti condizionali!) il mandante. Sembra una roba da rapper anni ’90, west coast contro east coast e stronzate del genere, o forse addirittura peggio: cantante contro personal trainer. Fosse un incontro di wrestling farebbe pure ridere. Lei, la quasi ex moglie, si lecca le ferite di una sputtanascion atomica su un Pandoro. Che cosa è successo? Domanda lecita, per il loro destino di coppia. Ma ancor di più verrebbe da chiedere a noi stessi: dove sono finiti i cori osannanti o condannanti di giornalisti? Sono già passati al prossimo santo da adorare?