Torture al Beccaria, 10 agenti restano in carcere, 3 ai domiciliari

Nell'ambito delle indagini sulle torture al carcere minorile Beccaria, dopo le istanze dei difensori, il gip ha deciso che 10 agenti restano in carcere mentre 3 passano ai domiciliari.

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Dieci agenti restano in carcere, mentre tre passano dal carcere ai domiciliari. Lo ha deciso il gip di Milano Stefania Donadeo nell’inchiesta su presunti maltrattamenti e torture nel carcere minorile Beccaria. L’indagine della Procura di Milano ha portato all’arresto di 13 agenti di Polizia penitenziaria e alla sospensione di otto colleghi. Non tutti gli arrestati avevano presentato istanza di scarcerazione. Il giudice ha anche valutato le posizioni degli agenti sospesi e in particolare di quelli che avevano presentato istanze.
Tra gli arrestati una decina avevano presentato richieste di scarcerazione. Il giudice ha concesso i domiciliari a tre agenti. Precisazioni e rivalutazioni sono state fatte anche per le posizioni degli agenti sospesi, anche se al momento non è chiaro se alcune delle misure cautelari di sospensione dal servizio siano state revocate o meno.
Nelle ordinanze con cui il giudice ha sostituito il carcere coi domiciliari si evidenzia che, comunque, “permangono sia i gravi indizi di colpevolezza che le esigenze cautelari che hanno imposto la misura cautelare”. Queste esigenze, però, spiega il gip, “possono essere soddisfatte con la misura meno afflittiva” dei domiciliari.
Il 7 maggio si terranno le udienze davanti al Tribunale del Riesame per discutere le istanze di revoca della misura presentate da due dei 13 agenti arrestati. Per un terzo la data non è ancora stata fissata.
I 21 tra arrestati e sospesi, interrogati dal giudice, hanno quasi tutti risposto alle domande e si sono difesi dicendo che non si trattava di aggressioni ma di “interventi di contenimento” di giovani “cosiddetti difficili” e spiegando di aver dovuto gestire una situazione difficile in piena autonomia, “abbandonati” in un luogo in cui nessuno voleva stare, tra tensioni, turni massacranti e mancanza di personale. Inquirenti e investigatori stanno analizzando le cartelle mediche dei minori, da fine 2021 a poche settimane fa, acquisite negli archivi del Beccaria per accertare altri casi che si aggiungono a quelli già verificati, a quelli denunciati nei giorni scorsi e a quelli su cui da tempo si sta indagando. Lunedì prossimo inizieranno le audizioni di minori, almeno una decina, che si ritiene siano vittime anche loro di presunti pestaggi e torture. Mentre si indaga pure su presunte omissioni e coperture di personale medico, educativo e dei vertici della struttura. Due ex direttrici sono indagate.

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