La mafia e Bari

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Di Fabio Massa

Scelga il lettore qual è la notizia. Quella – passata quasi inosservata sulla stampa nazionale, più interessata alle sparate di Salvini su Putin – che il ministro Piantedosi ha attivato una commissione per valutare l’operato della giunta di Bari di Antonio De Caro oppure che la mafia è entrata, secondo l’accusa tutta da provare, beninteso, in consiglio comunale con una esponente di maggioranza (quindi, di Antonio De Caro) finita ai domiciliari. L’ipotesi è quella di voto di scambio. Dica il lettore qual è la notizia: che il Governo attivi una commissione o il perché questa viene attivata? Perché qui non si discute sull’opportunità politica della scelta governativa, che guarda caso cade a pochi mesi dalle elezioni. Qui si discute di come i media raccontano la realtà. Oggi su De Caro che denuncia le ingerenze della Meloni (semplifichiamo) ci sono paginate. Sulla mafia in Comune non si è letto quasi nulla. Ora, provate a immaginare se per caso avessero arrestato un consigliere regionale lombardo (di centrodestra) per mafia. Anzi, ricordiamo che cosa è successo quando Domenico Zambetti, assessore di Formigoni, venne arrestato per aver acquistato pacchetti di voti dalla ‘ndrangheta. Enorme caso politico nazionale, non si parlò d’altro per una settimana. La Lega staccò la spina e si tornò a votare. In Lombardia, con 10 milioni di abitanti e interessi economici incomparabili con quelli di Bari. Ecco, a Bari invece ci si scandalizza, si fanno distinguo, si parla di elezioni. Bisognerebbe parlare di mafia invece. Ma i media non raccontano la verità, raccontano quello che hanno voglia di raccontare.

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