Cade dalle scale senza corrimano e muore, 6 mesi a datore lavoro

Per l'accusa ha violato le norme per la prevenzione degli infortuni poiché, tra l'altro, la scala non era corredata di un corrimano a cui la signora avrebbe potuto aggrapparsi e probabilmente salvarsi.

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Era al suo ultimo giorno di lavoro e, per andare a ritirare una pianta che i colleghi le avevano donato, è caduta da una scaletta con appena sei gradini, ha battuto la testa e poco più di 48 ore dopo è morta. Per questo l’anziano datore di lavoro della donna, assunta con un contratto di consulenza, è stato condannato per omicidio colposo a 6 mesi di reclusione, con pena sospesa e non menzione. Per l’accusa ha violato le norme per la prevenzione degli infortuni poiché, tra l’altro, la scala non era corredata di un corrimano a cui la signora avrebbe potuto aggrapparsi e probabilmente salvarsi. A deciderlo è stato il gup milanese Massimo Baraldo, al termine del processo con rito abbreviato. La vicenda, come si legge nelle motivazioni della sentenza, risale alla fine di ottobre del 2020. La professionista, che aveva terminato la sua attività, dopo aver passato le consegne ed essersi congedata dai suoi colleghi, prima di andare a casa, si è recata nel locale refettorio della società che a sede alla periferia Nord-Est di Milano. Per raggiungere la sala dove le era stato lasciato un piccolo ricordo, una pianta, ha dovuto scendere sei gradini in muratura. Probabilmente ha perso l’equilibrio ed è caduta “in avanti lungo il percorso delle scale sbattendo fortemente la parte frontale del capo sugli scalini o sul pavimento”. Trasportata all’Istituto Clinico Città Studi, è stata operata per la rimozione di un ematoma. Purtroppo non si è mai ripresa ed è morta. Il primo ad accorgersi del mancato rispetto della normativa per la prevenzione degli infortuni sui luoghi di lavoro è stato, tramite una consulenza tecnica, il marito, il quale poi ha sporto denuncia. Il giudice gli ha dato ragione perché “risulta (…) provato (…) che sulla scala ove è avvenuta la caduta non era stato installato ‘almeno un corrimano’ (…) , dispositivo di protezione” che “avrebbe certamente attenuato gli effetti della caduta”, in quanto la vittima, aggrappandosi, avrebbe potuto evitarla o “quantomeno ridurne la violenza”. Inoltre, si legge nel documento, ci sarebbero state altre violazioni che “nel complesso” hanno portato a ritenere la zona interessata, compresa la piccola rampa di scale, “estremamente pericolosa”.

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