La finanza al Cpr di via Corelli, perquisizioni per frodi in pubbliche forniture

Intervento delle Fiamme Gialle al Cpr di via Corelli a Milano, nell'ambito di un'indagine per frodi delle pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti.

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La Guardia di finanza di Milano sta effettuando, su delega della Procura, perquisizioni e acquisizioni al Cpr di via Corelli,  nell’ambito di un’indagine per frodi delle pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti, che sarebbero realizzate dalla società che si è aggiudicata l’appalto per la gestione del centro. E’ in corso anche la notifica di informazioni di garanzia.

“Da tempo chiedo la chiusura del CPR di via Corelli, come peraltro ha fatto mesi fa il Consiglio comunale di Milano, votando una mozione palesemente ignorata. Le notizie di oggi non fanno che confermare le pesanti criticità già emerse in passato. Siamo di fronte ad uno spazio opaco, un luogo dove crolla la cultura del rispetto dei diritti umani. Siamo inoltre di fronte ad una clamorosa occasione persa per Milano. Quella struttura potrebbe, come già in passato avveniva, essere nuovamente convertita a luogo per accogliere e aiutare chi non ha un tetto. Mi riferisco alla necessità di far diventare via Corelli uno spazio per cittadini, italiani e stranieri, senza dimora. Ha tutte le caratteristiche per svolgere nel migliore dei modi questa funzione”. Lo dichiara Pierfrancesco Majorino, capogruppo dem in Consiglio Regionale e responsabile nazionale della segreteria PD per le politiche migratorie, riguardo l’indagine in corso su CPR di via Corelli.

“Pur nell’ovvio rispetto garantista delle persone indagate, le ipotesi di accusa impongono un provvedimento di chiusura della struttura di via Corelli e si rifletta, in generale, sul totale fallimento dello strumento della detenzione amministrativa”. Lo dichiarano in consiglieri comunali del Pd Daniele Nahum e Alessandro Giungi. “Ricordiamo che in via Corelli sono detenute decine di persone che non hanno commesso un reato ma che sono ristrette nel CPR per ragioni di tipo amministrativo, non avendo lasciato l’Italia dopo un provvedimento di espulsione. – spiegano on consiglieri dem – Tale detenzione amministrativa, portata a 18 mesi dal governo Meloni, già oggetto di fortissimi dubbi di incostituzionalità, è resa, se possibile, ancora più afflittiva dalle condizioni del CPR di via Corelli, oggetto di innumerevoli inchieste giornalistiche da parte di mass media quali Striscia la Notizia e le Iene, di report di Associazioni quali la rete NO CPR, il Naga e Altraeconomia, di proteste della Camera Penale di Milano e di componenti del Consiglio comunale milanese e del Municipio 3, che denunciano l’abuso di psicofarmaci, la totale mancanza di norme igieniche e sanitarie, la assenza di ogni tipo di attività trattamentale, l’altissimo rischio suicidario, la difficoltà per gli avvocati di garantire il diritto alla difesa. A questa situazione già totalmente compromessa di per sé, oggi si aggiunge la notizia delle gravissime ipotesi di reato per cui la Procura di Milano sta indagando e compiendo gli atti di ispezione e acquisizione documenti nel CPR. Non è possibile attendere oltre. Si proceda con la chiusura del centro detentivo di via Corelli”.

“Nella mattinata odierna la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano ha disposto un accesso presso la sede del Centro di Permanenza per il Rimpatrio – CPR di Via Corelli in Milano, finalizzato all’acquisizione di documentazione dell’ente gestore della struttura. Nell’ambito della costante ed approfondita attività di monitoraggio esercitata dall’Ufficio Territoriale del Governo presso le strutture governative preposte all’accoglienza ed al trattenimento degli stranieri, nei mesi scorsi erano emerse criticità gestionali a carico del medesimo soggetto”, si legge in una nota della prefettura in merito all’indagine della Procura. “In esito all’esame della documentazione, la Prefettura aveva avviato a carico dell’ente gestore un procedimento amministrativo per la contestazione di talune condotte ritenute contrarie agli obblighi contrattuali. Tale procedimento si è concluso quindi con l’irrogazione della massima sanzione convenzionalmente prevista.
La Prefettura di Milano aveva anche provveduto ad informare immediatamente gli Uffici della locale Procura sugli esiti della propria attività, trasmettendole anche la relativa documentazione e fornendo la propria massima collaborazione”, conclude la nota.

 

 

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