Uccide la vicina, “mi spiace, è colpa di chi non mi ha aiutato”

L'omicidio, forse, per ragioni economiche. L'uomo ha prelevato 170 con il bancomat della vittima dopo aver reperito i codici in casa.

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Domenico Livrieri, l’uomo di 46 anni accusato di aver ucciso la vicina di casa Marta Di Nardo e di averne poi mutilato il corpo tagliandolo in due per nasconderlo in casa, deve rimanere in carcere. A deciderlo il gip di Milano Alessandra Di Fazio, secondo la quale per “l’estrema gravità dei fatti commessi” e “la capacità di crimini efferati come già fatto in passato”, l’unica misura cautelare è il carcere. La difesa di Livrieri aveva chiesto la custodia in un luogo di cura, essendo l’uomo affetto da problemi psichiatrici ma la giudice ha disposto che i servizi psichiatrici del carcere la aggiornino costantemente in attesa di una nuova perizia. Livrieri ha poi detto davanti al giudice “vorrei dire che mi dispiace per quanto accaduto, per aver assassinato Marta con la quale avevo un buon rapporto. Non è stata colpa mia, ma dei miei familiari che non mi aiutavano“. Il 46enne avrebbe dovuto trovarsi in una struttura per gli autori di reato affetti da disturbi mentali (Rems) ma non ci è mai andato per “mancanza di disponibilità”. Livreri ha due precedenti specifici, oltre a quello per reati contro il patrimonio, di violenza sessuale e sequestro di persona. Per quest’ultimo era stato condannato in abbreviato a 2 anni e 8 mesi, pena poi sostituita con la libertà vigilata e poi ancora con quella della Rems, mai eseguita.

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