Uccisa e fatta a pezzi dal vicino di casa che voleva il suo bancomat

Sarà interrogato lunedì dal gip Alessandra Di Fazio Domenico Livrieri, il 46enne accusato di avere ucciso, a Milano, la vicina di casa Marta Di Nardo

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Sarà interrogato domani dal gip Alessandra Di Fazio Domenico Livrieri, il 46enne accusato di avere ucciso, a Milano, la vicina di casa Marta Di Nardo. “Non volevo, sono dispiaciuto”, ha detto l’uomo mentre veniva portato dai carabinieri in carcere a San Vittore, ammettendo di avere ammazzato la donna con una coltellata alla gola. Il 46enne ha anche spiegato confusamente che lo avrebbe fatto con lo scopo di impossessarsi del suo bancomat. Dopo un sopralluogo nella sua abitazione, in via Pietro Da Cortona 14, eseguito dai militari, Livrieri è stato fermato per i reati di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere.
Il corpo di Marta Di Nardo è stato trovato nascosto in un soppalco nella cucina del suo vicino di casa. Era tagliato in due, avvolto in una coperta e in avanzato stato di decomposizione. Lo stesso Livrieri ha spiegato di averla fatta a pezzi con un coltello da cucina e di avere agito completamente da solo, senza l’aiuto di nessuno.
Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, appare verosimile che la donna sia stata uccisa oltre due settimane fa. Dall’analisi dei tabulati telefonici, è emerso che l’ultima conversazione di Marta Di Nardo, datata 4 ottobre, è avvenuta proprio con il vicino di casa. Poco dopo quella telefonata, il cellulare è rimasto spento per tutta la giornata, venendo riacceso soltanto per pochi minuti nel tardo pomeriggio, ma senza generare traffico. Ulteriori elementi sono poi stati acquisiti grazie alle testimonianze degli inquilini residenti nella palazzina Aler, dove abitavano Di Nardo e Livrieri. Il custode, in particolare, ha riferito che i due avevano iniziato a frequentarsi da settembre. Il 9 ottobre il portinaio ha dichiarato di avere visto l’uomo scendere dalla scala e, domandandogli se la donna fosse tornata, lui aveva detto: “no, però se torna vado a curarla io”. Sempre il custode, infine, ha dichiarato di averlo incontrato il 17 ottobre con due valigie: in una vi erano vestiti da donna. Proprio quel giorno, uno dei figli di Marta Di Nardo, con i quali lei aveva rapporti sporadici, ne aveva denunciato la scomparsa. Tra gli altri indizi emersi a carico dell’uomo, anche alcuni suoi oggetti personali trovati nell’appartamento della vittima abitazione in cui, secondo gli inquirenti, lui avrebbe continuato ad andare anche dopo il delitto proprio per sfuggire al cattivo odore che c’era nella sua casa. Nonostante in un primo momento lo avesse negato, era in possesso delle chiavi di casa della donna.

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