Ben il 43% dei vigili di Milano lavora in ufficio

Sala spiega che è il risultato di vecchi accordi sindacali difficili da riprendere in mano. Le pattuglie in servizio di notte in una città da oltre 1,4 milioni di abitanti sono solo cinque. Il sindaco preferisce puntare sulle nuove assunzioni piuttosto che provare a scollare dalla sedia qualcuno dei 1.146 agenti che non fanno servizio in strada. Si aprirebbe una vertenza destinata molto probabilmente a fallire.

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Su 2.627 agenti della Polizia Locale di Milano 1.146 lavorano in ufficio: il 43%. E i restanti 1.481 sono ovviamente divisi su turni e al netto delle assenze per malattie, ferie e permessi. Dati emersi grazie a un’interrogazione all’assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, presentata dal capogruppo della Lega in Consiglio Comunale, Alessandro Verri. Ieri, a margine della festa del corpo in piazza Duomo, il sindaco Beppe Sala, interpellato dai giornalisti, ha risposto che il numero elevato di agenti in ufficio dipende da vecchi accordi sindacali che “è complicato riprendere in mano”, ribadendo poi che entro la fine del suo mandato entreranno comunque in servizio gli oltre 500 vigili che vengono mano a mano assunti e formati. Fatto sta che quasi la metà degli agenti della Polizia Locale svolge un tranquillo tran tran nei vari comandi di Milano, tra timbri e scartoffie. E il sindaco Sala, pressato da vari fronti sul problema sicurezza, non ha la minima intenzione di aprire una vertenza con i vigili per scomodarli dalla sedia. Ci aveva provato l’ex sindaco Gabriele Albertini (centrodestra e Lega), conducendo uno sfibrante braccio di ferro con i sindacati dei vigili e riuscendo a riportare in strada solo poche unità. Incredibile il dato delle pattuglie al lavoro di notte a Milano, città da oltre 1,4 milioni di abitanti: sono cinque. 

Il capogruppo della Lega in Consiglio Comunale a Milano Alessandro Verri

 

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