Restano drammatici e diffusi, a tre settimane dall’evento, gli effetti umanitari del fortissimo terremoto che tra l’8 e il 9 settembre ha colpito le regioni centro-meridionali del Marocco. E altrettanto accade in Libia, nella regione costiera orientale della Cirenaica, sconvolta dalle alluvioni causate dal passaggio dell’uragano Daniel il 10 settembre, a dal conseguente crollo di due dighe, che ha devastato in particolare la città di Derna.
Mentre, intanto, Caritas Marrakech prosegue il programma di aiuto ai migranti (soprattutto africani subsahariani) che conduce da anni, Caritas Marocco e il team internazionale stanno rilevando i bisogni al fine di predisporre un piano di interventi per i prossimi mesi nei villaggi terremotati. Si lavorerà in particolare, in coordinamento con il governo marocchino, per predisporre rifugi temporanei resistenti al freddo e alla pioggia dell’inverno, sul rafforzamento dei servizi igienico-sanitari, sulla gestione dei rifiuti. Quanto ai progetti di medio e lungo termine, bisognerà aiutare la popolazione, che vive di turismo montano e di agricoltura e allevamento, a ripristinare le attività che generano reddito e gli strumenti di produzione, rafforzando in chiave antisismica gli edifici (senza snaturarne l’aspetto tradizionale), fornendo attrezzature per l’agricoltura tipica (arboricoltura, produzione di miele, zafferano e olio di argan), ripopolando di animali gli allevamenti.
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