La Divisione Anticrimine della Questura di Monza e della Brianza ha eseguito il Decreto di Sorveglianza Speciale disposto dal Tribunale di Milano nei confronti del venticinquenne trapper monzese “Mr. Rizzus”.
Il giovane, residente a Villasanta, è leader di una band trap, denominata “Gang” 20900” (o “Sacra Corona Ferrea”), composta da giovani ragazzi brianzoli, alcuni con precedenti penali e di polizia, che con i loro video e canzoni inneggiano esplicitamente ad atti di delinquenza ed al consumo di droga, dileggiano le forze dell’ordine e le istituzioni, diffamano e minacciano le persone mediante l’uso deisocial.
“Mr. Rizzus” si è reso responsabile, fin da minorenne, di reati contro la persona (rapina e lesioni personali) oltre che di diffamazione e atti persecutori ai danni della sua ex fidanzata. In particolare, all’epoca diciassettenne, aveva imposto alla ragazza di cancellare i propri account sui social network, arrivando ad impedirle di salutare gli amici per strada, obbligandola a lasciare la scuola poiché prettamente frequentata da maschi; dopo l’interruzione della relazione sentimentale, aveva iniziato a pubblicare sui profili social minacce nei confronti della stessa, con commenti pubblici diffamatori e denigratori che l’avevano costretta, in preda all’ansia e ad un costante timore per la propria incolumità e per quella della propria famiglia, a mutare le proprie abitudini di vita.. Tali condotte son valse a Mr. Rizzus una condanna a nove mesi di reclusione.
L’anno successivo il giovane monzese si è reso protagonista, in concorso con un componente del suo gruppo Trap “Gang 20900”, di una rapina in danno di un cittadino straniero, colpito con una cintura e con calci e pugni così violenti da provocargli la rottura del femore con 40 giorni di prognosi. Per tali fatti è stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione.
Neanche le condanne rimediate da minorenne hanno fatto modificare al giovane trapper il suo stile di vita; ha continuato, infatti, a farsi ritrarre sui canali social in video in cui maneggia armi da fuoco o fa esplicitamente uso di stupefacenti; sono inoltre proseguite le condotte vessatorie, persecutorie, amplificate dall’utilizzo dei social network, poste in essere nei confronti di persone che a vario titolo, per la loro attività professionale o per ragioni personali, hanno gravitato nel Capoluogo brianzolo.
Così è stato per Vittorio Brumotti, minacciato ed insultato con messaggi diffusi sui social con il gesto del taglio della gola e dicendo ripetutamente di aspettarlo “per fargli la festa” e minacciando anche di aggredire la sua fidanzata, anche aspettandolo nelle pubbliche vie di Monza; il tutto, per un servizio giornalistico del 2019 con il quale il conduttore televisivo denunciava lo spaccio nel centro cittadino del capoluogo brianzolo.
Sempre nel 2019 è poi iniziato l’accanimento nei confronti della famiglia di Valerio Staffelli, all’epoca dimorante a Monza, che ha portato, prima la figlia dell’inviato di Striscia la Notizia e poi lo stesso giornalista a depositare una serie di querele per diffamazione ed atti persecutori. Il trapper aveva inizialmente postato un video nel quale aizzava il suo pubblico a commettere atti di violenza, per lo più a sfondo sessuale, ai danni della giovane monzese, il tutto inserito in esternazioni in cui si inneggiava al consumo di sostanze stupefacenti e all’odio nei confronti delle forze dell’ordine. Si è poi passati al padre Valerio Staffelli, anch’egli vittima di minacce e offese diffuse sul web a seguito dell’intervista rilasciata dalla figlia nel corso del programma televisivo di “Striscia la Notizia” in cui denunciava pubblicamente i pesanti insulti nei suoi confronti divulgati sui social da “Mr. Rizzus”.
Nonostante le condanne ricevute, secondo il Tribunale di Milano, “mr Rizzus” non ha cambiato attitudine e stile di vita, continuando a pubblicare video nei quali maneggia armi da fuoco o fa esplicitamente uso di stupefacenti, “proseguendo le sue condotte vessatorie, persecutorie e amplificate dall’utilizzo dei social network”.