Il Consiglio regionale della Lombardia boccia la partecipazione al Milano Pride

Respinta la mozione del consigliere Luca Paladini per delegare un rappresentanze a partecipare alla manifestazione con la fascia istituzionale.

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Il Consiglio regionale della Lombardia boccia, con 43 voti contrari e 23 favorevoli, la mozione per delegare un rappresentante dell’Aula a partecipare, indossando la fascia istituzionale, al Milano Pride 2023 in programma il prossimo 24 giugno. Il ‘no’ di oggi arriva dopo che l’Ufficio di presidenza aveva già negato il patrocinio all’evento lo scorso 9 maggio. Nel testo, a prima firma del consigliere di Patto Civico Luca Paladini, fondatore de I Sentinelli,. si chiedeva “analogamente a quanto deliberato nel 2022” una partecipazione istituzionale alla manifestazione “al fine di ribadire l’impegno di Regione Lombardia volto a superare qualsiasi forma di discriminazione e disuguaglianza, promuovendo il pieno rispetto della dignità umana, per una società più giusta, più equa e inclusiva”.

LE REAZIONI

“Allibita per le parole ostili che oggi sono circolate in Consiglio regionale da parte della maggioranza. La discriminazione è palpabile quindi nessuna fascia istituzionale parteciperà al Pride 2023, questa maggioranza è riuscita, incredibilmente, a rinnegare l’atto dello scorso anno, a questo punto meglio che quella fascia rimanga nel cassetto”: lo afferma la consigliera del M5S Paola Pizzighini commentando la bocciatura del Consiglio regionale alla mozione delle opposizioni che chiedeva la partecipazione di un rappresentante della Regione in fascia istituzionale al Pride di Milano, come invece avvenuto lo scorso anno quando venne delegato a partecipare Dario Violi, allora consigliere regionale M5S. “Rimane da capire chi ha sbagliato – prosegue la consigliera – la passata Giunta o questa che ha la stessa faccia, e la stessa medaglia? Dopo 50 anni dalla nascita dei Movimenti LGBTQ+, in Lombardia bisogna lottare per avere rispetto e accettazione sociale. Lotteremo per una società equa ed inclusiva, perché la difesa dei diritti, a partire da quelli di genere, vengano insegnati nelle scuole per la costruzione di una nuova società libera e giusta. Discriminare è l’esatto contrario di educare al rispetto. Piangiamo il femminicidio e non capiamo che questo è causato proprio dalla discriminazione di genere, oltre dalla povertà intellettuale”.

“Anche quest’anno le opposizioni ripropongono in occasione del Milano Pride 2023 la richiesta di patrocinio dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e la partecipazione di un esponente del Consiglio o della Giunta al Pride. Il tema delle discriminazioni è certamente importantissimo e sul quale le istituzioni devono porre la massima attenzione. Ma premesso ciò non possiamo, come rappresentanti delle istituzioni, voltare la faccia e fare finta come ad eventi quali il Gay Pride non si accompagnino troppo spesso episodi a dir poco folkloristici, a volte blasfemi, che poco hanno a che fare con il tema delle discriminazioni e dell’inclusione. Anzi, al contrario sviliscono gli stessi tentativi di chi, in buona fede, cerca di affermare le proprie posizioni”. Così Silvia Scurati consigliere regionale della Lega. “La promozione dell’inclusione e della lotta alle discriminazioni richiede un impegno costante e diffuso nel tempo – prosegue Scurati -. Supportare dal punto di vista istituzionale il Pride significa anche supportare pratiche illegali come l’utero in affitto, pertanto, utilizzare la fascia, simbolo di autorità e rappresentanza pubblica e soprattutto istituzionale, come richiede la mozione, in questo singolo evento può esporre quindi l’istituzione regionale ad una scorretta strumentalizzazione”. “Dobbiamo lavorare insieme per promuovere una società in cui tutti i cittadini della Lombardia si sentano rispettati, inclusi e tutelati, giorno dopo giorno e non solo durante una parata, di dubbio gusto, per le vie milanesi. Dobbiamo lavorare per un dialogo maturo e scevro da ogni strumentazione e ideologia” conclude Scurati.

“La destra alla fine fa la destra, anche se racconta a parole una storia diversa. La storia di questa Regione è una storia di disinteresse e di insofferenza rispetto ai diritti della comunità lgbtqia+, di misure negate e di rivendicazione continua di una idea di società che divide e discrimina. Negare il sostegno perché si interpreta il Pride come semplice ostentazione, può essere un alibi pericoloso. Il Pride esprime e rivendica quello che alla società risulta scomodo, è sinonimo di libertà ed è anche grazie a queste manifestazioni che i diritti sono stati tutelati, perché i diritti civili non possono essere confinati alla vita privata nel chiuso di una stanza, la vita affettiva ha bisogno di essere riconosciuta a livello sociale e politico. Riconoscere questo diritto è per noi fondamentale e per questo avremmo voluto che anche Regione Lombardia fosse formalmente presente al Pride. Non sarà così, ed è una scelta miope e retriva.” Lo dichiara la consigliera regionale del Pd Paola Bocci.

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