Nei messaggi la rabbia di Giulia prima dell’omicidio. Le ricerche di lui sul web

La cronologia dell'omicidio di Giulia Tramontano è ricostruita anche dai messaggi che ha inviato poco prima della morte al suo compagno Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell'assassinio avvenuto sabato sera nel loro appartamento di Senago (Milano).

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La cronologia dell’omicidio di Giulia Tramontano è ricostruita anche dai messaggi che ha inviato poco prima della morte al suo compagno Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’assassinio avvenuto sabato sera nel loro appartamento di Senago (Milano). Il 27 maggio scorso la Tramontano fissa l’appuntamento con l’altra ragazza frequentata da Impagnatiello, un incontro chiarificatore al bar Armani di Milano al quale avrebbe dovuto partecipare anche l’uomo. “Sono in metro. Ti avviso! Non ti muovere da la. Non ti muovere che non faccio doppia strada!”, gli scrive alle 16.21 mentre sta raggiungendo il bar dove Impagnatiello lavora e dove ha conosciuto la sua amante. L’uomo però esce prima dal lavoro e all’appuntamento Giulia incontra solo l’altra donna. Alle 18.26 gli scrive di nuovo: “Sono curiosa di sapere cosa ti inventerai ora. E gran pezzo di m… che non sei altro, quella è casa MIA e tu non devi farci entrare nessuno, hai capito?!… Hai fallito nella vita. Due figli con 2 madri diverse…”. Due minuti dopo: “Sto tornando a casa, fatti trovare”. Dopo questo ultimo messaggio non risultano più invii da parte del cellulare di Giulia verso l’utenza dell’indagato, ma sono invece presenti numerosissimi messaggi inviati dallo stesso all’utenza della vittima, tutti senza risposta. Uno dei tanti tentativi di depistaggio falliti. Tra i tanti passi falsi di Alessandro Impagnatiello ci sono le ricerche al cellulare per capire come disfarsi di un corpo, come cancellare tracce di sangue ma anche gli aggiornamenti sul caso della sua compagna Giulia Tramontano e su Alberto Stasi in carcere. E’ quanto emerge dal fermo firmato dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal sostituto Alessia Menegazzo, che contestano all’uomo omicidio aggravato, soppressione di cadavere e procurata interruzione della gravidanza. Il 26 maggio, il giorno precedente all’omicidio, cerca “disconnettere dispositivi whatsapp web” e “Alberto Stasi bollate”. Il 27 maggio, poco prima che la donna tornasse a casa e venisse uccisa, cerca “ceramica bruciata vasca da bagno”. Una ricerca necessaria per compiere il suo piano di distruzione del cadavere nella loro vasca utilizzando dell’alcol. Il 29 maggio, per tutto il giorno, cerca: “ragazza ritrovata dopo 23 anni”, “giulia tramontano scomparsa”, “scomparsa allontanamento volontario”, “valigie vecchie”. Il 30 maggio, alle 15.54 cerca “giornalisti fuori casa” e “via moscova 19 rilascio auto”, il civico del comando provinciale dei carabinieri di Milano. Il 31 maggio, dalle 11.04 alle 11.05 cerca: “rimuovere macchie di sudore, di candeggina, di olio, di ruggine, di sangue, di erba”. Proprio in quei minuti gli investigatori stavano effettuando i rilievi sulla sua autovettura.

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