Incidenti sul lavoro, Cgil: “Bisogna aumentare gli ispettori”

"Nei nostri luoghi di lavoro ci fanno lavorare male e i costi sono salatissimi: malattie, feriti, morti” afferma Giulio Fossati, segretario Cgil Lombardia con delega alla salute e sicurezza sul lavoro, dopo i 3 incidenti mortali sul lavoro avvenuti ieri in Lombardia.

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Foto d'archivio

Ieri in un solo giorno, in Lombardia, sono morte tre persone. Cinque in tutta Italia. Da gennaio ad oggi contiamo in Lombardia 25 morti, secondo il registro infortuni Ats. Lo sottolinea la Cgil Lombardia, dopo i 3 incidenti mortali sul lavoro avvenuti ieri in Lombardia.  “Succede tutti i giorni, bisogna raccontarlo. Nei nostri luoghi di lavoro ci fanno lavorare male e i costi sono salatissimi: malattie, feriti, morti” afferma Giulio Fossati, segretario Cgil Lombardia con delega alla salute e sicurezza sul lavoro. “Moriamo tutti i giorni perché lavorare ci serve per vivere, questo è il paradosso. Moriamo per pagare le bollette, l’affitto o il mutuo. Perché nonostante abbiamo una delle leggi più avanzate a livello europeo, spesso non viene rispettata. Moriamo sempre negli stessi modi: schiacciamenti, cadute dall’alto, feriti dai macchinari, sembra quasi che non importi a nessuno”.  Fossati aggiunge: “Se dovessimo chiedere a quei lavoratori morti quali erano i rischi che correvano nelle loro lavorazioni in quanti avrebbero risposto correttamente? In quanti erano stati formati e informati? Del resto come è possibile informare e formare lavoratori che lavorano pochi mesi o pochi giorni all’anno? Come formare chi lavora in nero, magari sperando di racimolare qualche euro in più? Come si forma chi lavora con un voucher?”
Il segretario Cgil Lombardia sottolinea l’importanza della trasparenza e dell’accesso nei luoghi di lavoro al documento di valutazione dei rischi: “Quella valutazione deve uscire dagli armadi delle aziende e arrivare ai lavoratori. Sulla base di quei documenti va fatta, come previsto dalla legge, informazione e formazione a tutte le lavoratrici e i lavoratori. Bisogna indirizzare l’attività di vigilanza degli Enti Ispettivi verso la prevenzione e quando necessario applicare le massime sanzioni previste”.
Serve seriamente aumentare il numero di ispettori oltre che strutturare i servizi di assistenza e vigilanza sul territorio con tutte le figure necessarie a presidiare i luoghi di lavoro. Questo serve anche a stroncare la concorrenza sleale di aziende che non rispettano i lavoratori e le leggi”. “Quanti dei nostri 25 lavoratori morti nel 2023 avrebbero potuto rivendicare il diritto di un lavoro sicuro o più semplicemente ai dovuti sistemi di protezione? Perché nonostante i nostri salari siano tra i più bassi d’Europa il Governo continua a produrre strumenti di flessibilità e precarietà? Queste scelte si traducono in povertà, ricattabilità in malati, feriti e morti sul lavoro”.

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