Secondo le analisi preliminari condotte da Prisma, (Prima Rete Italiana per lo Studio delle Meteore e dell’Atmosfera) dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “Nel caso in cui qualche frammento abbia raggiunto il suolo – spiegano gli esperti – la parte più consistente potrebbe essere caduta nel Comune di Sospiro, a est di Cremona, mentre altri frammenti più piccoli potrebbero essere disseminati lungo il Po, nel territorio dei Comuni di San Daniele Po e di Pieve d’Olmi“. Nelle prossime il Prisma raffinerà i calcoli e cercherà di circoscrivere meglio l’area interessata dalla possibile caduta. Nel caso in cui i nuovi calcoli rafforzassero l’ipotesi di una caduta al suolo, verranno organizzate in loco squadre di ricerca aperte anche a volontari che verranno appositamente formati e che potranno affiancare gli esperti nella ‘caccia al meteorite di mezzanotte’. Il sasso cosmico, “potrebbe regalarci una bella sorpresa“, sottolineano gli esperti. Il suo eventuale ritrovamento potrebbe diventare il terzo in Italia nel giro di pochi anni, dopo quello del meteorite Cavezzo, avvenuto nel gennaio 2020, e quello del meteorite Matera, caduto la sera dello scorso 14 febbraio. Non sembrano esserci invece speranze di ritrovare frammenti al suolo della seconda meteora che mercoledì notte ha solcato i cieli della Sardegna. La meteora sarda “ha attraversato l’atmosfera troppo rapidamente e si è estinta a una quota troppo alta per poter aver dato luogo alla caduta di una meteorite“, concludono gli esperti.
I calcoli preliminari eseguiti dagli astronomi di Prisma indicano che il fireball è stato ripreso a partire da 75 km di quota, quando aveva una velocità di 15,8 km/s e si è estinto a 25 km di altezza con una velocità di circa 5 km/s. Nel complesso l’evento ha avuto una durata di circa 6 secondi. La velocità in atmosfera è tipica di un oggetto di origine asteroidale; in effetti l’orbita eliocentrica è quella caratteristica di un asteroide Apollo, con afelio poco oltre l’orbita di Marte e perielio fra le orbite di Venere e della Terra.