La fuga del russo Artem Uss “operazione chirurgica”

L’imprenditore ai domiciliari a Basiglio evaso prima dell’estradizione negli USA “aiutato da una rete di complici”.

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Una “operazione chirurgica” messa in atto con una rete di complici che l’hanno aiutato a scappare probabilmente già verso l’estero. E’ su questo scenario che sta indagando la Procura di Milano per ricostruire la fuga e cercare di rintracciare Artem Uss, l’imprenditore russo e figlio del governatore di una regione siberiana che era stato bloccato a Malpensa il 17 ottobre, su mandato d’arresto internazionale dell’autorità giudiziaria di New York, e nei cui confronti, tre giorni fa, la Corte d’Appello di Milano aveva concesso l’estradizione verso gli Stati Uniti. Mercoledì l’imprenditore se ne è andato dalla casa di Basiglio, nel Milanese (che pare avesse acquistato solo pochi mesi prima), salendo su un’auto guidata da un altro uomo e dopo aver manomesso il braccialetto elettronico. Una delle ipotesi al vaglio è che possa aver preso un volo da un aeroporto privato, usando anche documenti falsi. Un piano, pare, organizzato da giorni, tanto che la moglie, che viveva con lui a Basiglio dai primi di dicembre (quando era finito ai domiciliari dopo il carcere), era già rientrata in Russia il 13 marzo scorso. Sul caso indagano i carabinieri, coordinati dal pm Giovanni Tarzia e dallo stesso procuratore Marcello Viola, e per ora la priorità resta quella di arrestare l’evaso, anche se poi ci saranno da chiarire tutta una serie di ombre che si allungano sulla vicenda. La Procura di Milano è in contatto con le autorità americane che, da quanto si è saputo, hanno espresso la loro preoccupazione per come si è verificata questa fuga.

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