Blitz all’aeroporto di Malpensa. Stamattina una ventina di persone fra scienziati, accademici e studenti di scienze hanno bloccato le operazioni dell’aeroporto Malpensa Prime di Milano. La protesta alla quale hanno partecipato Scientist Rebellion, Extinction Rebellion e Ultima Generazione, rientra nella campagna Make them pay, promossa da Scientist Rebellion, Extinction Rebellion e Stay Grounded a livello internazionale, per mettere in luce come l’uso dei jet privati da parte dell’1% della popolazione, stia producendo effetti devastanti sul clima.
L’iniziativa di Milano non è un caso isolato: oggi a livello mondiale in circa 10 Paesi hanno avuto luogo azioni analoghe il cui bersaglio sono stati gli aeroporti di jet privati.
A Milano, delle venti persone che hanno preso parte alle proteste, 3 sono scienziati specializzati in varie discipline. La protesta è stata messa in atto attraverso più “tattiche di disturbo” delle attività dell’aeroporto: un blocco dell’accesso ai parcheggi automobilistici della struttura, l’imbrattamento delle vetrate del terminal. Dieci cittadini in protesta hanno inoltre fatto ingresso sulla pista dell’aeroporto sedendosi e incollando le proprie mani sull’asfalto di fronte a un jet parcheggiato.
“San Valentino è il giorno dell’anno con il maggior numero di voli di jet privati per spostamenti non lavorativi, quindi non essenziali. Non possiamo più accettarlo, siamo in una situazione di emergenza climatica, bisogna agire di conseguenza”, Lorenzo, Scientist Rebellion Le persone coinvolte sono infine state allontanate dall’aeroporto e portate dalla Polizia. “È tempo di vietare del tutto i jet privati e tassare i cosiddetti frequent flyer, cioè i passeggeri che volano di frequente – afferma Leonardo Rebeschini di Scientist Rebellion -. Non possiamo permettere alle persone ricche di sacrificare il nostro presente e il nostro futuro per perseguire i propri lussuosi stili di vita”.