Per sostenere le sue attività e i suoi progetti dedicati a chi è più solo e povero, Progetto Arca lancia una campagna attraverso il numero solidale 45584, inviando un sms o chiamando da rete fissa dal 9 al 29 gennaio.
Progetto Arca è accanto alle persone senza dimora con il servizio delle Unità di strada in 7 città italiane: Milano, Varese, Torino, Roma, Napoli, Bari e Padova. Sono gruppi di operatori qualificati e volontari che garantiscono ogni giorno a chi vive in strada la distribuzione di beni di prima necessità (sacchi a pelo, indumenti caldi, kit igienico sanitari) e di cene calde e colazioni che, nei mesi di freddo invernale fanno la differenza se non si ha un tetto sotto cui rifugiarsi per dormire. La distribuzione dei pasti caldi è possibile grazie alle Cucine Mobili, speciali foodtruck allestiti con forni e bollitori a bordo che accompagnano i volontari delle Unità di strada. Nel complesso delle 7 città, ogni settimana i pasti cucinati e caldi distribuiti in strada sono in tutto 2.450. Il servizio delle Cucine mobili, nato durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata di molte mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, è oggi parte strutturale della presenza in strada di Progetto Arca.
La Fondazione sostiene inoltre 3.500 famiglie in tutta Italia con la distribuzione mensile di pacchi viveri in 18 regioni e di spese di alimenti freschi (frutta, verdura, latticini) e a lunga conservazione attraverso 3 social market a Milano, Rozzano (Milano) e Bacoli (Napoli). Sono veri e propri minimarket dove le famiglie possono fare gratuitamente la spesa, accompagnate da volontari che svolgono anche un ruolo di supporto emotivo e relazionale.
“Stiamo vivendo le conseguenze degli avvenimenti che negli ultimi due anni hanno stravolto il nostro modo di vivere – commenta Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca – La pandemia e la guerra hanno portato conseguenze ancora più drammatiche per tutti coloro che già vivevano in una condizione di vita complessa e oggi rischiano di cadere nella povertà più estrema. Non parlo solo di persone senza dimora, ma anche di famiglie che prima non arrivavano alla terza settimana e che adesso non arrivano alla seconda. Cercare risposte ai bisogni sociali più urgenti per andare incontro alle necessità di chi è più in difficoltà è da sempre il nostro obiettivo, ed oggi lo è ancora di più”.