Cento ritratti che esplorano le infinite sfaccettature dell’essere donna nelle culture non globalizzate. Celebrando la bellezza, l’originalità e i valori profondi che le donne custodiscono, spesso al prezzo di grandi sofferenze. Un universo sospeso, che la globalizzazione rischia di far esplodere. Anna Alberghina, fotografa globetrotter, viaggia da 40 anni alla ricerca di popoli “intatti” per conservarne una traccia che li sottragga all’oblio.”Donne in bilico” è il volume d’arte appena uscito in libreria. Dalle donne Aftar, di casa negli scenari da inferno dantesco della Dancalia (tra Etiopia, Eritrea
e Gibuti), alle eredi dei Maya che vivono nella Sierra de los Cuchumatanes, in Guatemala; dalle ragazze Rabari nei villaggi del Gujarat, il distretto più occidentale dell’India, ai visi orientali delle donne di etnia Miao, nello Yunnan, una regione della Cina il cui nome significa “a Sud delle nuvole”.
È un viaggio attraverso volti, occhi, pitture corporee, monili, tradizioni perse nella notte dei
tempi quello proposto dai ritratti di Anna Alberghina, fotografa torinese che da 40 anni
racconta con i suoi scatti i popoli “intatti”, custodi delle proprie tradizioni ancestrali, oggi
sempre più minacciate dalla globalizzazione. È anche un viaggio attraverso la bellezza che ci insegna le infinite sfaccettature dell’identità femminile.Cento ritratti di “Donne in bilico” con le loro speranze, la loro fierezza, custodi spesso a
prezzo di non poche sofferenze di una cultura rimasta sospesa, capace di mostrarci quello che abbiamo guadagnato, ma anche e forse soprattutto “tutto ciò che abbiamo perduto”.
Il volume è anche una mostra allestita al MAS, Museo d’Arte e Scienza di Milano, realizzata con il sostegno dell’Associazione Culturale “Libertà di essere DONNE VIVE” e della casa
editrice Magenes Editoriale.
Ascolta l’intervista alla fotografa Anna Alberghina