Giuseppe Pellicanò ha confessato di aver aperto il tubo del gas che ha provocato l’esplosione nella palazzina di via Brioschi a Milano lo scorso 12 giugno. L’uomo è stato fermato venerdì scorso per strage. Il gip di Milano Giusi Barbara non ha convalidato il fermo ritenendo non sussita il pericolo di fuga ma ha disposto la custodia cautelare in carcere. Pellicanò, a differenza di quel che si era saputo in precedenza, ha ammesso di aver causato l’esplosione, dove peraltro le sue due figlie di 7 e 11 anni sono rimaste gravemente ustionate, anche se aveva aggiunto di non aver mai avuto intenzione di uccidere né la ex compagna né le bambine che si trovavano con lui nell’abitazione. La sua sarebbe stata “un’azione volontaria e deliberata”. Lo scrive il gip nel provvedimento di custodia cautelare in carcere. Interrogato ieri, ha confessato spiegando di ricordare per ‘fotogrammi’ per via degli “effetti di psicofarmaci” contro ansia e insonnia che aveva preso anche la notte precedente l’esplosione. Notte in cui, come ha detto, si è svegliato ha preso la pinza, ha svitato il tubo del gas del piano cottura ed è ritornato a dormire per poi risvegliarsi in ospedale.