Fine emergenza Covid: capienza massima su Atm ma 3 su 10 non prendono più i mezzi

"Non ci aspettiamo che si torni presto ai livelli pre-Covid" ammette il direttore generale dell'azienda trasporti di Milano. Con la pandemia e lo smart working le abitudini sono cambiate e una fetta di pendolari tra il 30 e il 35% sta alla larga dai mezzi pubblici.

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Una stazione della metropolitana di Milano

“Siamo ancora a un livello di passeggeri che si attesta su un 30-35 per cento in meno rispetto al livello pre Covid. Non ci aspettiamo che si ritorni presto ai livelli pre Covid”. Lo ha fatto sapere il direttore generale di Atm, Arrigo Giana, nel corso della conferenza stampa per fare il punto sul ritorno alla normalità con la fine dello stato d’emergenza.
Ai cronisti che gli hanno chiesto previsioni su quando si tornerà ai livelli di flussi pre Covid, Giana ha risposto: “Sarebbe azzardato dare dei valori esatti. Con la fine dell’emergenza, finiranno anche gli obblighi sul distanziamento negli uffici e quindi grossomodo gli uffici dovrebbero progressivamente tornare a una capienza del 100 per cento. Nel frattempo però tutte le aziende hanno sottoscritto accordi collettivi con i sindacati per un utilizzo fisiologico dello smart working. E’ pesante nel senso che il minimo sindacale di smart working è intorno al 15/20 per cento”. Smart working o no sono in tanti coloro che da tempo preferiscono tenersi alla larga dai mezzi. Forse a maggior ragione proprio adesso che si torna alla capienza massima mentre il Covid non è affatto scomparso. “Milano dall’Expo in poi – aggiunge il dg – aveva visto un incremento della mobilità intorno al 5 per cento degli spostamenti, è un’enormità anno su anno, per cinque o sei anni di fila. Milano stava crescendo in questi termini. Ci auguriamo che riprenda questa crescita di attrattività e quindi questa perdita che oggi è fisiologica verrà recuperata da fattori esterni di recupero dell’attrattività di Milano. So per certo che l’effetto dello smart working è fisiologico, l’effetto delle nuove abitudini legato alla mobilità business è fisiologico (le riunioni ad esempio si fanno in videoconferenza). Questo tipo di mobilità non esisterà più. Mi aspetto che questi effetti peseranno per la nostra rete un 10-15 per cento. Penso che la recupereremo ma con un traffico che sarà indotto da fenomeni diversi. Due o tre anni minimo, passeranno. Sono più sensazioni che dati”, ha spiegato Giana. Intanto, con la fine dello stato d’emergenza, la capienza su metro, bus e tram torna subito al 100%. “Dunque di fatto toglieremo le famose catenelle, riapriamo la porta anteriore dei mezzi ma manterremo i potenziamenti, in particolare quelli legati al supporto alle scuole”.

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