Belle 2021 – Il metaverso può essere poetico

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A tre giorni dalla visione di Belle, sono ancora decisamente colpito dalla qualità delle produzioni del maestro Hosoda. La capacità di unire generi completamente diversi, ingredienti apparentemente incompatibili ed ottenere un risultato tanto valido quanto unico, è una caratteristica che trovo spesso nella mentalità giapponese. Mi vengono in mente esempi di artisti musicali, videogiochi e film, ma ora parliamo di “Anime”. Animazione giapponese.

Parliamo di produzioni che, pur usando la forma del cartone animato, non sono affatto un prodotto per bambini. Infine, per fare paragoni occidentali, non hanno nulla da invidiare a Disney se non la distribuzione massiva nel mercato occidentale.

E questo era il disclaimer per chi non fosse abituato a vedere film d’animazione orientali.

Anime Factory, che ha portato e curato il film per il mercato italiano, ha fatto il solito lavorone, rispettando il film originale. Quindi, un ringraziamento veloce ma meritato.

Ma torniamo un pezzo indietro.

Mamoru Hosoda
Mamoru Hosoda

Mamoru Hosoda, Classe ’67, è il papa di altri filmetti che vi consiglio, in ordine di “accessibilità”:The Boy and the Beast (qui il nostro articolo), Wolf Children, La ragazza che saltava nel tempo. Recuperateli. Fidatevi.

Quindi, arrivando a Belle, come nei casi precedenti, è difficilissimo trovare un modo di descriverlo senza dimenticarsi qualcosa di molto importante. È un film dalla scrittura profonda e complessa che però non ha come risultato una trama impossibile da seguire, anzi. Nonostante i molti livelli di lettura, ho avuto la sensazione di planare dietro agli eventi e di accettare le immagini di scene completamente diverse come se fossero quadri differenti dello stesso artista.

Suzu con gli earbuds per connettersi al social network "U"
Suzu con gli earbuds per connettersi al social network “U”

La storia di Suzu è piuttosto comune. È una liceale, normalissima, con scarso successo sociale e subisce gli effetti bloccanti dell’ansia quando si tratta di esporre le proprie qualità. Ha qualche amico sincero, la fascinazione (o halo effect) per l’inarrivabile Ruka e frequenta un coro ma cercando costantemente di rimanere nascosta.

Tutto cambia in quello che ora ci piace chiamare metaverso.

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“U” è il social network del momento e tutti sulla piattaforma vengono rappresentati da un avatar generato unendo tantissimi dati diversi dell’utente. Suzu, che in giapponese vuol dire “campana”, sceglie come nickname Belle (derivato da bell, campana in inglese) e, sul social network, ha un successo dilagante nonostante la pressione dell’esposizione a commenti senza filtro ed alla solita cattiveria web gratuita.

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Ogni Belle che si rispetti, ha la sua Bestia ed in questo caso è chiamato “il drago”, un avatar che spicca per l’aspetto mostruoso, i chiari segni dei colpi subiti e per una violenza unica.

Riuscirà Belle a scoprire chi è il drago? È lui il vero antagonista della storia? E il ragazzo che le piace del liceo? Osserverà passivamente il suo avvicinamento alla ragazza più popolare della scuola? E il rapporto col padre? Il sacrificio della madre? Riuscirà a cantare? Smetterà di aver paura?

Tutte trame che vengono esplorate e raccontate fino in fondo in “sole” 2 ore di film.

Confronto alla serialità delle piattaforme di streaming ed alle sue trame diluite a livelli omeopatici, questa ci sembrerà molto compressa pur non generando confusione. È un po’ la cifra di tutta la produzione. Oltre alla trama anche l’estetica e le musiche sono gonfie di dettagli, non ci sono spazi liberi, niente pause, barocche. Creando un contrasto incredibile con i rari momenti minimalisti.

Sketch Belle 2021
Sketch Belle 2021 Jin Kim

Il contrasto estetico si estende anche a scelte stilistiche come quello fra “U”, dove l’utilizzo di computer grafica è dilagante e l’avatar della protagonista è del’noto animatore Disney Jin Kim, mentre nel mondo reale si ritorna al disegno moderno giapponese, molto più simile alle produzioni dello Studio Ghibli.

Anche il target di Belle è particolare. Per quanto possa sembrare dedicato ai coetanei della protagonista, mi sento molto di più di consigliarlo agli adulti, a chi ha figli, a chi non ha idea della loro pressione dalla continua ed inevitabile esposizione Social. Od anche solo a chi vuol vedere un anime incredibilmente pieno di dettagli, con disegno e fotografia perfetti e una colonna sonora da ascoltare a ripetizione.

Alla fine parliamo del “film d’animazione giapponese ad aver ricevuto il maggior numero di nomination agli Annie Award, superando così La città incantata (2001), Millennium Actress (2001), e Weathering with You (2019), che ne hanno ricevute quattro.” e di 14 minuti di applausi a Cannes (che non so quale sia la media, ma io mi sarei stancato molto prima)

 

Trama – Suzu, una liceale di 17 anni, vive nelle campagne della Prefettura di Kochi con il padre, dopo aver perso la madre in giovane età. La prematura perdita ha fatto chiudere Suzu in sé stessa e l’ha allontanata dal padre e dalla cosa che più amava fare: cantare. Dopo aver capito che scrivere musica è il suo unico scopo nella vita, Suzu entra in [U], un mondo virtuale con cinque miliardi di membri online, dove diventa Belle, un avatar di fama mondiale per la sua voce straordinaria. Il suo incontro con un drago misterioso la porta a intraprendere un viaggio ricco di avventure, sfide e amore, alla ricerca della sua vera natura.

 

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