I Carabinieri della Compagnia di Desio (MB), con il supporto dei Comandi di Saronno, Como e Vimercate, hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal Tribunale su richiesta della Procura di Monza, nei confronti di 9 persone, ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata ai furti di auto e al riciclaggio dei pezzi mediante la successiva rivendita in tutta Italia delle parti meccaniche e di carrozzeria.
L’indagine è stata avviata nei mesi scorsi, in seguito all’arresto in flagranza di reato di uno dei membri del gruppo, fermato dai carabinier, mentre era alla guida di un’auto rubata pochi minuti prima. L’uomo, 40enne residente in provincia di Varese, era stato condannato in via definitiva ad un anno e quattro mesi. L’attività investigativa era proseguita poiché era subito parso evidente che, al di là del furto di quell’auto, ci fosse in realtà un’autentica struttura stabilmente organizzata. Attraverso i tabulati telefonici del cellulare in possesso all’uomo, e mediante la visione di numerose telecamere di videosorveglianze, i Carabinieri sono riusciti ad individuare quelli che, secondo l’ipotesi accusatoria, sono stati ritenuti essere il gruppo dell’organizzazione abitualmente dedito ai furti di auto: un terzetto di uomini, tra cui un 67enne con numerosi precedenti specifici. 98 i colpi contestati nel periodo di indagine. I tre agivano insieme, colpendo sempre alle prime ore del mattino, tra
le 5 e le 7. Diverse le tecniche adottate per asportare le auto: dall’utilizzo di un dispositivo elettronico in grado di avviare il motore anche senza chiavi, alla più tradizionale tecnica della spinta, dove attraverso un’altra auto spingevano da dietro l’auto da rubare dopo averne forzato la portiera, conducendola in uno dei vari capannoni in uso al sodalizio, sparsi su tutta la Brianza, a Bovisio Masciago, Seveso, Paderno Dugnano e Ornago.
L’indagine èrisalita al livello superiore, ovvero a chi commissionava i furti dei
veicoli, un 54enne residente in Brianza, cheavvalendosi della schermatura di una società intestata alla compagna, anch’essa colpita dalla misura cautelare, ha organizzato e gestito una solida realtà imprenditoriale vendendo sia on-line attraverso le più note piattaforme internet, che attraverso un proprio negozio sul territorio, i pezzi meccanici e di carrozzeria delle varie auto rubate dal terzetto. Sequestrati anche 3 capannoni industriali riconducibili all’associazione dove all’interno sono stati ritrovati migliaia di pezzi di auto, destinati al commercio, un terreno agricolo dove era stato abusivamente edificato una
struttura edile per smontare le auto, lontani da occhi indiscreti, nonché l’abitazione di una coppia a capo del commercio on-line di pezzi rubati. Oltre 600mila euro il valore complessivo degli immobili.
Colpiti dalla misura cautelare anche i diretti collaboratori del “commerciante”, addetti allo smontaggio delle auto rubate, e ritenuti pienamente consapevoli dell’origine illecita delle auto. Gli indagati, 5 colpiti dalla misura cautelare in carcere, 2 posti agli arresti domiciliari e 2 colpiti dall’obbligo di dimora nel comune, verranno tutti interrogati nei prossimi giorni dal Gip del Tribunale di Monza.