Sci, Bormio: il re della Stelvio è sempre Dominik Paris

Sesta vittoria in discesa libera a Bormio per Dominik Paris, un record storico e assoluto.

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Dominik Paris (foto Bisi Pentaphoto)

Sesta vittoria in discesa libera a Bormio per Dominik Paris che ha domato come solo lui sa fare la Stelvio diventando anche lo sciatore capace di vincere più volte sulla stessa pista. Un record storico e assoluto. In effetti quando si getta dalla Stelvio, il fuoriclasse della Val d’Ultimo sembra nel giardino di casa, conosce ogni dosso e passaggio, sa dove osare e dove dosare. Se vincere su questa pista rappresenta una sorta di laurea per ogni discesista, Dominik Paris possiamo dire che ormai è un plurilaureato.
Nelle prove ha controllato lo stato della pista, misurato le traiettorie, effettuato le ultime valutazione prima di scendere in gara e suonarle ancora a tutti come spesso e volentieri gli capita nella gara sulla Stelvio. E così ha fatto anche ieri, grazie ad una prima parte praticamente perfetta dove ha fatto registrare i migliori intertempi mettendo in cassaforte la gara. Nella parte alta, sulla Carcentina e a San Pietro non c’è stata storia, con Paris sempre con un vantaggio superiore al mezzo secondo. Poi una sbavatura nel finale, prima del muro, gli ha fatto perdere qualcosa ma non gli ha impedito di vincere la sua sesta discesa col tempo di 1’54”63, e di far esplodere di gioia i presenti e il team Italia. Anche Alberto Tomba gli ha reso onore, esultando al parterre. L’unico a rimanere in scia del Domme nazionale è stato uno straordinario Marc Odermatt, sempre più leader della overall di Coppa del Mondo, che ha stampato un grande 1’54”87 salendo sul secondo gradino del podio. Terzo un altro svizzero, l’ottimo Niels Hintermann che, dopo aver primeggiato nella seconda prova, ha sciato veramente terminando la sua performance al terzo posto, staccato di 80 centesimi dal ledaer.

La Stelvio, anche ieri, è stata preparata alla perfezione e ha tenuto fino al termine permettendo un po’ a tutti di dare il massimo. Quarto, a 19 centesimi dal podio, si è infatti piazzato l’austriaco Daniel Hemetsberger, partito col 20, e quinto, a 1”10 da Paris, è arrivato il tedesco Dominik Schwaiger partito col 27. Sesto il norvegese Kilde che ha preceduto Kriechmayr, Ganong, Danklmaier e un brillantissimo Matteo Marsaglia che, grazie ad una prova regolare, ha centrato la top 10 su questa difficilissima pista accusando un ritardo di 1”33 dalla vetta ma di soli 53 centesimi dal podio. Tra gli altri italiani segnaliamo il 17° posto di Mattia Casse, il 33° di Guglielmo Bosca e il 37° di Christof Innerhofer. Delusione per il bormino Pietro Zazzi che, partito per ultimo col numero 52, ha tagliato il traguardo in una buona 29 posizione ma è stato squalificato per aver incidentalmente infilato un braccio in una porta.

Foto Marco Brioschi

Queste le  dichaiarzioni di Dominik Paris: “Si, quando arrivo a Bormio mi “gaso” sempre. E’ stato grandioso vincere ancora. Non è mai facile, ho provato a far tutto nel migliore dei modi e oggi è andata ancora bene, benissimo. Ad inizio stagione avevo qualche problemino che via via ho risolto e in Val Gardena ho capito di essere sulla strada giusta per tornare al top, ritrovando confidenza anche coi materiali. La sesta vittoria a Bormio è un record assoluto? I numeri sono belli da guardare ma io sono ancora in attività, al palmares darò un occhio più avanti quando non gareggerò più. La Stelvio è stupenda, mi piace il posto, la pista la conosco benissimo, alla perfezione. E’ sempre una guerra, sbatte tanto, e qui riesco a dar tutto. Combattere qui è sempre bellissimo. Non mi rendo conto di come qui a Bormio riesca poi a far sempre bene… ma ci riesco e va bene così. In prova ho “tirato” solo nei tratti in alto, per il resto ho studiato le traiettorie in vista della gara. E’ vero che i risultati delle prove accrescono la fiducia ma poi in gara qui sulla Stelvio, come sempre, devi dare veramente tutto, altrimenti non basta per stare là davanti. Sono partito bene, poi a Fontanalonga (alla partenza del SuperG) ho sbagliato un po’ le linee ma ho sentito di aver mantenuto la velocità, sulla Carcentina ho dato il massimo e lì forse ho fatto la differenza. In fondo, invece, non sono riuscito ad andare forte come al solito ma alla fine è bastato per vincere”.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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