La censura per tutelare la campagna vaccinale

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Ieri ho avuto un interessante scambio di battute con un collega giornalista che stimo moltissimo malgrado l’asprezza, in uno dei rari momenti di confronto e non di scontro che si possono avere su Facebook. Parlavamo di cronaca giudiziaria e del fatto che – secondo me – non va affatto bene che ogni cosa che esce dalle procure finisca sui giornali acriticamente. E’ come un automatismo: ti passano la carta processuale che di fatto mette in croce qualcuno, tu la pubblichi su un giornale. Così non va. Però cosa si fa, si censura? E in base a quali criteri? Il problema esiste, e non è risolvibile.

Dunque il tema è: bisogna pubblicare tutto, oppure no? La questione pare essere stata risolta con un bel “sì” sul lato della giustizia italiana: c’è un’inchiesta, si spiattella tutto sui giornali. Tuttavia, e questo è un bel casino, non vale questo metodo per le altre notizie. Faccio un esempio.

Ieri pomeriggio vedo crollare la borsa americana, e segnatamente il Nasdaq, dopo un esordio che non era neppure malaccio. Insomma, i titoli vanno giù, e vanno giù pesantemente. Che cosa sarà successo? Basta entrare in una piattaforma qualunque di trading e si capisce, guardando le agenzie correlate ai vari titoli, che è successo che – testualmente – il numero uno di Moderna ha dichiarato: “Penso che in nessun modo l’efficacia possa essere la stessa che abbiamo avuto con la Delta”. E non l’ha detto alla radio della parrocchia, ma al Financial Times.

Le borse sono letteralmente affondate perché il Ceo di Moderna ha detto qualcosa di dirompente, ovvero che il vaccino non è completamente efficace contro l’ultima variante, mentre gli altri produttori hanno detto che no, secondo loro l’efficacia non cambia. Uno si aspetta, considerato che la Borsa americana è crollata, considerato che moltissimi over 40 in età lavorativa hanno fatto Moderna, considerato che non sta parlando l’ultimo scemo, che oggi su tutti i giornali, in prima pagina, ci sia questa notizia, e che a partire da ieri sera fosse in apertura di tutti i siti. Anche se non fa comodo alla campagna vaccinale.

E’ una notizia, e va data, secondo il criterio di cui sopra. E invece no. Per dirne una: oggi il Corriere titola sul via libera al vaccino per i bimbi, al fatto che il green pass va forte e poi altre varie ed eventuali. Repubblica titola sulla ripresa e mai su Moderna. E gli altri pure. Perché? A pensar bene si può dire che hanno valutato il peso della notizia in modo differente da me, e ci può stare.

A pensar male si può dire che si sono preoccupati delle conseguenze sulla campagna vaccinale di quello che stavano per scrivere. Ma, e qui sta la domanda, se uno si preoccupa di quel che succede a una campagna vaccinale, perché non si dovrebbe preoccupare di quel che succede all’andamento delle elezioni quando ci sono certe inchieste, oppure all’andamento di questo o quel partito politico? Ecco. Quando parliamo di informazione parliamo proprio di questo. E non è un argomento semplice.

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