Cremona, blitz di Essere Animali in un allevamento di visoni (VIDEO)

L’organizzazione chiede la chiusura definitiva degli allevamenti di visoni, la cui attività è sospesa fino al 31 dicembre per alcuni casi positivi al Covid. “La sospensione diventi un divieto permanente di allevamento di animali per pelliccia, per ragioni etiche e sanitarie". Decine di migliaia gli esemplari soppressi nelle camere a gas.

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Blitz dell’organizzazione Essere Animali nell’allevamento di visoni di Capergnanica (CR) per chiedere che anche in Italia venga introdotto un divieto di allevamento di visoni e di altri animali utilizzati per la produzione di pellicce. “Gli attivisti e le attiviste – informa Essere Animali un un comunicato stampa – hanno fotografato con un drone i visoni bianchi rinchiusi nelle gabbie dell’allevamento di Capergnanica. Si tratta degli animali riproduttori, in quanto le nascite dei visoni destinati a diventare pellicce sono state vietate in Italia per tutto l’anno in corso. Una sospensione dell’attività degli allevamenti prevista dall’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, emanata lo scorso febbraio dopo la scoperta di alcuni visoni positivi al virus SARS-CoV-2 nell’allevamento di Capralba, sempre nel cremonese”.“La sospensione è momentanea, senza un nuovo intervento del Governo dal 1° gennaio 2022 gli allevatori potranno iniziare le riproduzioni. Il numero dei visoni allevati in Italia quintuplicherebbe, passando da 10 mila a 50-60 mila animali, con un evidente aumento del rischio sanitario – commenta Simone Montuschi, presidente di Essere Animali – i visoni sono animali particolarmente suscettibili al coronavirus, possono infettarsi da eventuali lavoratori malati, ma ritrasmettere il virus agli esseri umani anche in forma mutata. Secondo un parere dell’EFSA del febbraio 2021, elaborato con il Centro Europeo di Controllo delle Malattie (ECDC) su richiesta della Commissione Europea, “tutti gli allevamenti di visoni vanno considerati a rischio SARS CoV-2”.

Ad oggi – afferma l’organizzazione – oltre 440 allevamenti di visoni in 12 Paesi in Europa e in Nord America risultano essere infetti e il numero continua a crescere. Oltre che in Italia, il virus è stato confermato in Canada, Danimarca, Francia, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Spagna, Svezia, Paesi Bassi e Stati Uniti. Diversi Paesi avevano già vietato gli allevamenti per la produzione di pellicce prima dell’emergenza Covid. Altri, come l’Ungheria e pochi giorni fa la Francia, hanno stabilito un divieto in seguito alla pandemia. Nei Paesi in cui vi sono state misure che hanno limitato il numero degli animali allevati, l’infezione ha continuato a diffondersi. In Italia, dopo il caso di Capralba, è risultato infetto anche l’allevamento di Villa del Conte, in provincia di Padova. Il primo ora risulta chiuso, senza animali all’interno, in seguito all’abbattimento di tutti i visoni allevati, un’operazione filmata da Essere Animali.

Per Villa del Conte scadrà invece a breve il termine dell’appello contro l’ordinanza di abbattimento. Oltre all’allevamento di Capergnanica, oggetto del blitz di oggi di Essere Animali, gli altri allevamenti attivi si trovano in provincia di Brescia, Forlì-Cesena, Ravenna e L’Aquila. Essere Animali ha inviato un’istanza di accesso al Ministero della Salute per verificare l’attuale consistenza degli allevamenti di animali per pelliccia diversi dai visoni e, dopo aver interpellato le regioni, il Ministero ha riferito che in Italia l’unico animale allevato a questo scopo è il visone. Con la campagna Visoni Liberi, l’organizzazione da tempo chiede a Governo e Parlamento di vietare la produzione di pellicce, denunciando la sofferenza dei visoni allevati in gabbia e uccisi col gas. Attraverso tre investigazioni realizzate negli allevamenti italiani con infiltrati e telecamere nascoste, Essere Animali ha più volte diffuso immagini che hanno documentato la presenza di visoni con ferite, comportamenti stereotipati e cadaveri all’interno delle gabbie.  “Se non vogliamo vedere più queste immagini, l’unica strada è vietare per sempre gli allevamenti di animali per pellicce”, conclude Simone Montuschi.

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