Green pass: Segre, a chi lo paragona alla Shoah dico silenzio

Così la senatrice a vita ha commentato l'episodio dei manifestanti no Green pass che si sono vestiti da prigionieri dei campi di concentramento o che parlano di 'nazismo' e 'dittatura sanitaria'.

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“A quei no vax che si sono travestiti da prigionieri del lager dico che si risponde silenzio”. Così la senatrice a vita Liliana Segre ha commentato l’episodio dei manifestanti no Green pass che a Novara si sono vestiti da prigionieri dei campi di concentramento e in generale i paragoni portati avanti dai manifestanti durante i cortei, nel corso della presentazione del libro della giornalista Myrta Merlino, ‘Donne che sfidano la tempesta’, nell’ambito di Bookcity, la manifestazione dedicata ai libri e alla lettura, a cui ha preso parte anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Durante la pandemia “ho sofferto molto come tutti e ho avuto la sensazione fortissima di una cosa che conoscevo e che non portava a niente di bello, contro un nemico invisibile questa volta – ha aggiunto -. Quella finta euforia dai balconi che si è vista nei primi giorni mi dava un senso contrario rispetto a quello che si voleva esprimere in quel momento. C’erano quelli che dicevano ‘dopo saremo migliori’ e io invece ero pessimista e lo sono perché ho visto l’euforia di quando avevamo il nemico visibile e poi una volta sconfitto insieme a quella libertà tanto agognata ci sono stati dei risvolti così moralmente tristi da fare sì che molta gente si chiedeva perché milioni di persone erano morte per lasciare spazio a corruttori e corrotti”. “E anche con la pandemia – ha concluso la senatrice a vita – abbiamo visto questo, ci sono stati corruttori e corrotti, non abbiamo visto dare importanza a quella gratitudine verso coloro che si erano sacrificati ma delle reazioni che mi sembrano incredibili”.

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