Il nazismo, la Feltrinelli e il Giornale nei nostri tempi idologici

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C’è qualcosa che mi disturba nell’ipocrisia imperante dei nostri tempi. Siamo tutti attenti al politically correct verso di noi, e fondamentalmente violenti nelle nostre relazioni social. Siamo attenti ai diritti, quando questi ci appartengono, ma siamo molto meno attenti quando questi diritti vengono negati ai nostri nemici. Tanto per fare esempi: alcuni stanno molto attenti a quando la giustizia colpisce ingiustamente Mimmo Lucano, ma stanno molto meno attenti quando colpisce ingiustamente Luca Morisi. A destra stanno molto poco attenti quando un italiano ammazza uno straniero, ma molto attenti quando uno straniero ammazza un italiano. Sono solo esempi. Visto che però ultimamente il tema del fascismo è stato centrale, con inchieste a ridosso delle elezioni, e accuse al movimento no vax di essere fascista (anche se poi si è dimostrato che è, come era ovvio, un minestrone seppur indigesto), mi ha assai colpito la reazione di una parte del mondo social alla scoperta (peraltro, casuale) di un titolo edito da una casa editrice cattolica intitolato “I protocolli dei savi anziani di Sion”. Questo volume riprende un falso storico scritto in epoca zarista e poi usato dai nazisti per giustificare lo sterminio finale. Questa casa editrice ne fa una descrizione tremenda, che di fatto lo giustifica. Una roba nazista, insomma. Fin qui, siamo già nello schifo. Ma c’è di peggio. Perché il libro, con tanto di descrizione, finisce sugli store online, e in particolar modo in quello della Feltrinelli, che è una casa editrice attenta ai diritti e nemica del fascismo. E qui arriva il problema, perché una parte della sinistra insorge, un’altra invece dice: “No, Feltrinelli non ha fatto nulla di male, infatti lo vende e basta”. Quelle stesse persone avevano però attaccato il Giornale che qualche anno fa, se non erro, aveva venduto il Mein Kampf di Hitler in edicola, dicendo che era apologia del fascismo. Guardiamo la disparità: Feltrinelli vende un libro di una casa editrice che giustifica i Protocolli di Sion e va assolta. Il Giornale vende il libro di Hitler, e va condannato. Se la smettessimo, una volta tanto, di agire sempre e solo per partito preso (partito nel vero senso della parola) e magari ragionassimo con onestà intellettuale forse le cose andrebbero decisamente meglio per tutti e per la nostra democrazia.

Fabio Massa

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