Comunali, Pd: sul tema casa occorre svolta per superare Aler [VIDEO]

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La proposta del PD a Milano sul tema dell’abitare parte dal voler individuare un approccio coordinato che guidi le tre modalità, edilizia popolare, social housing e canone concordato, in modo da rispondere alle diverse esigenze abitative.  Il punto di partenza è una situazione molto critica nelle case popolari gestite da Aler, e quindi Regione Lombardia, e un incremento del valore delle case private. Pertanto, si ritiene necessario, da una parte, agire perché ogni cittadino che abita negli alloggi di edilizia popolare abbia lo stesso standard dignitoso di servizi (sia che questi case siano gestiti da Aler che da MM) e, dall’altra parte, una forte azione pubblica perché tutte le aree disponibili favoriscano l’offerta di edilizia convenzionata e il canone concordato pensati per salvaguardare la classe media, le giovani famiglie, gli studenti, le persone separate, e per limitare gli effetti di gentrificazione. La proposta si articola in quattro punti: Superare le inefficienze di Aler per una gestione dignitosa delle case popolari, oggi della Regione. Tra le prime azioni della nuova Giunta Sala ci sarà l’apertura di un tavolo di confronto con Regione Lombardia per cambiare la pessima gestione delle case Aler. Andrà individuata una formula idonea per gestire al meglio i circa 65.000 appartamenti popolari. L’eventuale integrazione dovrà avere come necessaria premessa un massivo intervento straordinario sul patrimonio attuale, attingendo, e gestendo al meglio anche grazie alle dimensioni raggiunte, le risorse dal PNRR nonché ottimizzando un parallelo ricorso agli strumenti eco-bonus, potenzialmente 3 miliardi di investimento complessivo. A ciò dovrà essere affiancata un’ottimale capacità di progettazione, controllo degli interventi in termini di tempi e qualità e, infine, tutela del patrimonio a maggior ragione una volta che siano stati realizzati i suddetti interventi straordinari. La suddetta tutela/manutenzione “ordinaria” potrà essere realizzata attraverso il combinato disposto di ricorso ad operatori esterni specialistici e di rafforzamento della struttura interna per rispondere al meglio e velocemente alle richieste degli inquilini. L’integrazione tra case popolari e social housing è fondamentale per garantire una struttura dell’iniziativa sostenibile nel lungo periodo e in grado di garantire anche un percorso alle famiglie ospitate nelle abitazioni popolari. Questo nuovo mix può consentire di tornare a incrementare anche la quantità di case popolari, ferma da anni data la difficoltà attuale di stanziare risorse sufficienti alla manutenzione che ne scoraggiano l’incremento. Un nuovo modello di gestione del social housing e un coordinamento a livello metropolitano delle politiche dell’abitare. Questo nuovo modello di gestione, come detto, si può integrare con il social housing per garantire un quadro di manutenzione buona degli edifici a lungo termine e lo sviluppo di significativi progetti di ripensamento dei quartieri popolari non solo in termini abitativi ma di servizi e di spazio pubblico. Il social housing è una edilizia privata a forte contenuto sociale, il PGT ha previsto che negli interventi privati di medio/grandi dimensioni il 40% del residenziale sia in social housing, metà in vendita e metà in affitto, può e deve essere la modalità principale di sviluppo anche delle aree pubbliche per offrire una risposta abitativa a chi non ha le caratteristiche economiche per accedere alle case popolari. A Milano operano già operatori seri e il Comune di Milano ha intenzione di passare, sul tema del social housing, da semplice pianificatore ad attore attivo nell’accelerare i processi di crescita di questo settore, in sinergia con le altre istituzioni. In particolare, è fondamentale un coordinamento in ambito metropolitano delle politiche dell’abitare, una delle tematiche su cui ricostruire la Città Metropolitana coerente anche con i grandi investimenti per allungare le metropolitane fuori dal Comune di Milano. In questo quadro va potenziata l’agenzia “Milano Abitare” che in questo mandato ha superato i 1000 alloggi con canone concordato. Diecimila nuovi alloggi in social housing nei prossimi 5 anni. Nel mandato 2021 – 2026 vanno realizzati 10mila nuovi appartamenti in social housing. È un incremento significativo e coerente con il trend che ha visto 1000 alloggi nuovi tra il 2011 e il 2016, 3mila realizzati tra il 2016 ed il 2021. Si basa infatti su una pianificazione che ha fissato il social housing  come obiettivo strategico. Attualmente son già previsti 8mila alloggi, dagli scali all’ex Macello, ai piani di Reinventing cities a Crescenzago, caserma Mameli, Trotto. A inizio mandato è necessario attivare rapidamente nuovi progetti per raggiungere l’obiettivo di 10mila nuovi appartamenti a prezzi convenzionati. Un tetto massimo del costo dell’affitto per i progetti futuri in social housing. È fondamentale definire anche un tetto massimo del valore del social housing in affitto. Come suggerito anche in questi giorni dal CCL ci sono tutte le condizioni di sostenibilità per indicare un tetto di massimo di 100 euro al metro quadro annuo di affitto. Queste le quattro proposte sul tema delle politiche abitative presentate oggi, lunedì 27 settembre, in conferenza stampa dai capilista del PD, Pierfrancesco Maran e Arianna Censi, dalla segretaria metropolitana Silvia Roggiani, dal segretario regionale Vinicio Peluffo e dal senatore Franco Mirabelli.

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