Bernardo e Feltri hanno ragione: il centrodestra è una coalizione del cazzo

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Finiamola con l’ipocrisia. E’ quello che di più odio. Parliamo di Luca Bernardo, il pediatra in corsa (più o meno), contro Beppe Sala per le amministrative. In un messaggio inviato ai coordinatori dei partiti dice chiaramente di volere i soldi per fare la campagna elettorale. Pare un messaggio brutto, ed effettivamente un po’ maldestro lo è. Perché è insolitamente duro, per uno come Bernardo, e quindi fa impressione. “Cacciate li sordi”, pare dire il pediatra milanese.

In effetti sotto c’è molto di più, però. Molto molto di più. C’è l’urlo di un candidato sceso in campo quasi per caso all’ultimo secondo, mentre Beppe Sala aveva già messo in piedi tutte le sue liste, il suo found raising (che c’è, e funziona!), il suo comitato e la sua squadra. Un uomo quindi decide di correre per la città, probabilmente di perdere (perché non è mai stato dato vincente). Subito dopo succede che le due maggiori forze della coalizione iniziano a litigare. Giorgia Meloni diserta addirittura la sua presentazione. Matteo Salvini si divide tra decine di città al voto e non corre in prima persona. Poi spunta Vittorio Feltri, che in una intervista del Fatto Quotidiano spara dritto per dritto su Bernardo. Il quale continua a metterci del suo, e dell’amico Guido Della Frera. Perché i partiti non cacciano un euro. Neppure Silvio Berlusconi e Forza Italia, che sono sempre stati tra i contributori più munifici. Insomma, a un certo punto pare proprio che Bernardo sia l’unico a cui interessi cercare di correre a Milano. Perché? Perché mai dovrebbe farlo? Meglio ritirarsi.

Il problema è che non ci si può ritirare, perché il centrodestra non potrebbe sostituirlo. E quindi i partiti si danno una svegliata, ma di malavoglia. Però attenzione: non importa assolutamente del destino di Bernardo. Importa dell’esempio. Chi mai vorrà candidarsi, a destra come a sinistra, se neppure quelli che ti candidano, e ti dovrebbero sostenere, alla fine ci credono? E di più (che è la parte anche peggiore di questa storia brutta): chi mai si candiderà se pure un messaggio vocale (incauto, mai fidarsi!) tra cinque, sei, sette persone che dovrebbero essere i maggiori sponsor viene veicolato alla stampa per far male al loro stesso candidato?

Insomma, Bernardo potrebbe averne azzeccate poche. Ma il centrodestra milanese non ne sta azzeccando neppure una.

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