Stop alle graduatorie infinite e inique e avvisi pubblici per l’assegnazione rapida degli alloggi; possibilità per i Comuni ad alta tensione abitativa di adottare provvedimenti d’urgenza per la consegna degli alloggi. E poi, istituzione di un sistema di accreditamento, per cui i servizi abitativi potranno essere forniti anche da operatori privati accreditati; previsione di un contributo regionale di solidarietà e istituzione di Agenzie per l’Abitare. Queste, in sintesi, alcune delle novità più significative introdotte dal progetto di legge sui servizi abitativi, approvato oggi a maggioranza in Commissione Territorio presieduta da Alessandro Sala (Lista Maroni). L’approvazione giunge dopo numerose audizioni che hanno coinvolto complessivamente una quarantina di soggetti: il provvedimento tiene conto anche di alcune sollecitazioni emerse durante il confronto con le rappresentanze sindacali degli inquilini e contenute in una petizione consegnata a fine maggio al Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, sottoscritta da 11.374 persone.
Tra le altre novità del provvedimento anche la frequenza degli avvisi pubblici (almeno due l’anno) e l’istituto dell’accreditamento, grazie al quale anche altri soggetti potranno erogare servizi abitativi (anche i privati pertanto potranno entrare nella gestione). Sono previsti percorsi di presa in carico dei soggetti più deboli attraverso i servizi sociali, con l’obiettivo di seguire da vicino l’evoluzione e le condizioni della persona interessata.
I contratti di locazione saranno temporanei, rinnovabili. I controlli sul reddito e sui requisiti di permanenza saranno annuali. Viene introdotta anche la possibilità della risoluzione unilaterale del contratto di locazione da parte del gestore per le false dichiarazioni sui requisiti e le condizioni reddituali degli assegnatari e per la cosiddetta morosità colpevole.
Per il relatore Carlo Malvezzi (NCD), il provvedimento introduce in Lombardia il concetto che “le politiche abitative sono politiche sociali e non politiche edilizie.Il pdl non porterà nessun aumento del canone come alcuni vorrebbero far intendere”. “Dunque il provvedimento – ha aggiunto Malvezzi – sostiene concretamente la persona e la famiglia attraverso un contributo regionale per nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta e per quei nuclei in condizione di temporanea difficoltà economica per la perdita di lavoro o altra causa. Inoltre il provvedimento introduce il mix abitativo, un nuovo sistema di assegnazione che attua l’integrazione sociale e che vedrà gli alloggi abitati da anziani, famiglie di nuova formazione, famiglie monoparentali, disabili e appartenenti alle forze di polizia. Stop dunque ai ghetti e introduce il principio e valore della qualità dell’abitare sociale”.
Il provvedimento è passato con i voti favorevoli della maggioranza, il voto contrario di PD e Patto Civico e l’astensione del Movimento 5 Stelle.
Il sì di Forza Italia e Lega Nord è arrivato attraverso le dichiarazioni di voto dei consiglieri Fabio Altitonante e Giampiero Reguzzoni, mentre per motivare il voto contrario del Patto Civico è intervenuto Michele Busi.
Secondo Onorio Rosati del PD, “questa è una legge sbagliata, che non risolve e per certi versi complica il problema della casa in Lombardia. Non garantisce le risorse necessarie, non dà garanzia che agli inquilini sia richiesto un costo sopportabile e anziché ristrutturare e riqualificare il patrimonio abitativo pubblico si prosegue con la scelta sbagliata dei piani vendite, mentre 20mila famiglie sono senza alloggio. Per queste ragioni abbiamo votato contro e per questo saremo martedì prossimo in piazza con gli inquilini e con i sindacati, in vista del passaggio in Aula il prossimo 28 giugno in cui riproporremo i nostri emendamenti.”
Per Iolanda Nanni del Movimento 5 Stelle il contributo del suo Gruppo “ha scongiurato l’ingresso dei privati nella gestione degli alloggi ALER e migliorato di molto l’articolato sul quale però ci sono ancora spazi per lavorare. Ed è quello che cercheremo di fare portando in Aula altri nostri emendamenti”.
“E’ una legge di riforma globale dei servizi abitativi -ha spiegato il Presidente della Commissione Alessandro Sala (Lista Maroni)- e non più soltanto una semplice legge sulla casa. Questo provvedimento si aggiunge a quello che ha riformato le Aler e ci consente di completare il panorama normativo per migliorare il settore e soprattutto per cercare di risolvere il problema della disponibilità di alloggi: oggi sono ancora 56.000 i lombardi in graduatoria in attesa di un alloggio pubblico e il numero di richieste è destinato ad aumentare sensibilmente nei prossimi mesi”.
Il progetto di legge andrà il Aula per il voto finale il prossimo 28 giugno.