La sede Rai a Milano e la politica: una scommessa (forse) sempre persa

Dopo l'ok al centro di produzione RAI al Portello, la politica romana storce il naso. Si riuscirà a portare a compimento lo spostamento? // di Fabio Massa

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

La questione del centro di produzione Rai a Milano la dice lunga su come funzionano le cose in questo nostro disgraziato Paese. A Milano promettono un centro di produzione dai tempi di Expo. Se ne parlò per almeno tre anni, e vado a memoria, prima che Beppe Sala capisse che insomma, va bene combattere ma l’importante era portare a casa l’evento nella sua interezza, perché dietro alla Rai ci avrebbe perso un secolo, non solo tre anni. E così, di anno in anno, ciclicamente spunta fuori il centro di produzione Rai. Spesso sono solo indiscrezioni, un po’ di pressione. Poi però la politica romana tira su un sopracciglio, e si torna a parlarne l’anno successivo. E fa niente che in Mecenate l’affitto sia scaduto, che manchi tutto, che qui non si sa dove produrre qualunque cosa, che i giornalisti e gli operatori e tutti quanti sono incazzati. Fa niente. Perché centro di produzione Rai a Milano significa che Roma perde qualcosa, anche se non si capisce che cosa. Personalmente ho fatto una scommessa con Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera, che è proprietaria del Portello dove dovrebbe nascere il centro, dove era previsto che nascesse e dove non è mai stato fatto niente perché mai si era andati oltre il “caro amico”. A Pazzali dicevo: “Non ce la farai mai, è come cercare di far andare i treni in orario. Roba da pazzi”. Scommettiamo?, fa lui. Scommessa fatta. Ora, pare che nel cda in scadenza sia finalmente passata l’opzione del centro di produzione. Così, Enrico Pazzali quando mi vede mi dice: “Ehi, ho vinto la scommessa, hai visto?”. Fin qui, tutto bene, a parte che devo pagare pegno. Anzi, un po’ mi fa pure piacere, perché di matti che credono nei sogni abbiamo bisogno come il pane. Il problema è che immediatamente è arrivato il fuoco di fila della politica romana. Un po’ più che un’alzata di sopracciglio, diciamo. Perché a Roma hanno capito benissimo, e da secoli, qual è il loro oro colato. Che non è il turismo, ma i palazzi e i luoghi del potere pubblico, i ministeri, le sedi delle aziende partecipate, la Rai eccetera eccetera. Levate a Roma il governo, e metterete in povertà non una città, ma una regione intera. Quindi, dopo le polemiche sul nuovo centro di produzione, la vera domanda è: dovrò pagarla la scommessa a Enrico Pazzali oppure no?

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