Giovani: la pandemia rallenta i progetti di vita, ma non la fiducia nel futuro

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foto Karen Warfel da Pixabay

Meno matrimoni e convivenze, meno occupati e soprattutto più over 25 inattivi. Ma anche più propensione verso l’autonomia economica, lavorativa e abitativa, mentre in generale tra i giovani lombardi, rispetto al 2017, il grado di ottimismo verso il futuro sembra essere aumentato. Così come sono in crescita i giovani che indicano nelle capacità di adattamento le soft skill necessarie per riuscire nella vita. Queste, in sintesi, le principali indicazioni emerse dalla ricerca svolta da Polis_Lombardia “Le esigenze dei giovani residenti in Lombardia”, presentata in un webinar cui hanno partecipato il Presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi, il Vice Presidente, Carlo Borghetti e Curzio Trezzani, Presidente della Commissione consiliare Cultura. L’indagine, che rientra nell’annuale attività di ricerca “Il Consiglio ascolta”, promossa dall’Ufficio di Presidenza, si basa su un questionario somministrato dall’agenzia Noto a un campione di 2.000 giovani tra i 18 e i 34 anni, abitanti in Lombardia. Il panel ha esaminato le conseguenze della pandemia sulla situazione familiare e abitativa, sui progetti per il futuro, la condizione degli studenti, dei lavoratori e dei Neet. I dati fanno emergere vari trend sociodemografici, evidenziando alcune ripercussioni della pandemia sugli under 35: tra tutte, la percentuale di oltre un terzo di studenti che dichiarano di aver avuto problemi con la formazione a distanza, giovani per lo più riferiti all’istruzione secondaria. Oppure l’entrata nella condizione di Neet dei giovani laureati e degli over 25, mentre la disoccupazione ha riguardato con maggiore frequenza le giovani donne, i giovani in condizioni economiche di difficoltà e gli stranieri. Spiragli di speranza sono stati sottolineati dal Presidente del Consiglio regionale, Alessandro Fermi (FI), che ha evidenziato come “complice la pandemia, nel 2020, secondo quanto certificato dall’ISTAT, si è registrato il minor numero di nascite nella storia del nostro Paese. Vi è però una speranza: sfogliando la ricerca, mi ha colpito molto che il 73% degli interpellati dichiari che vorrebbe avere in futuro tra i 2 e 3 figli. E’ confortante sapere che, nonostante il COVID abbia rallentato progetti di vita e aspirazioni familiari, i giovani hanno comunque fiducia nel futuro”. Tuttavia, ha proseguito Fermi, preoccupa “il fenomeno dei giovani che non studiano e non lavorano, i Neet, significativo anche nella nostra regione e che riguarda il 25% degli interpellati. Un dato che siamo chiamati a invertire al più presto e di cui ci dobbiamo assolutamente preoccupare perché per questi giovani il rischio di un allontanamento dalla società è concreto e pericoloso. La politica, ma non solo, deve raccogliere questa sfida. Siamo chiamati a varare un patto con le nuove generazioni: perché la qualità del futuro di un territorio è strettamente connessa alla valorizzazione delle persone che vivono al suo interno. Solo dal genio che i nostri giovani esprimeranno, avvieremo quel miglioramento come comunità che da tempo auspichiamo. Questa è la convinzione che ci deve guidare, perché realizzare i bisogni dei giovani e soddisfare i loro desideri è condizione imprescindibile per rimettere in gioco e in movimento la nostra società”.

 

 

 

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