L’ultimo saluto di Limbiate all’ambasciatore Luca Attanasio

Delpini: "Il Signore dirà: Luca, io ti benedico per ogni bicchiere d’acqua, per ogni pane condiviso, per l’ospitalità che hai offerto"

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Un profondo dolore composto ha accompagnato la cerimonia funebre di Luca Attanasio, l’ambasciatore ucciso in Congo insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo.  Al campo sportivo di Limbiate (Mb), sua città d’origine, amici parenti e rappresentanti delle istituzioni hanno dato l’ultimo saluto all’ “ambasciatore di pace”, “costruttore di ponti” come l’hanno definito i suoi amici. La cerimonia è stata officiata dall’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini. In prima fila i genitori di Luca, la moglie e la sorella. Presenti il governatore Attilio Fontana e i sindaci della Brianza. Non hanno voluto mancare i rappresentanti della comunità islamica e della comunità congolese. E centinaia di cittadini.
Un applauso ha salutato l’ingresso al campo sportivo del feretro, avvolto nel tricolore, portato dagli amici di sempre di Luca Attanasio.
Nell’omelia, l’Arcivescovo ha proposto un immaginario dialogo tra Gesù e l’ambasciatore «Vengo da una terra in cui la vita non conta niente, dove si muore e non importa a nessuno – ha detto mons. Delpini, provando a dare voce allo sconforto della vittima -. Ma il Signore risponderà: “Non dire così, Luca, fratello mio. Io scrivo sul libro della vita il tuo nome come il nome di un fratello che amo, di un fratello che mi è caro. Io ti benedico per ogni bicchiere d’acqua, per ogni pane condiviso, per l’ospitalità che hai offerto».  «Luca dirà: “Piango perché piangono le persone che amo; piango perché restano giovani vite che hanno bisogno di abbracci e di baci, di coccole e di parole vere e forti e non sarò là per asciugare le loro lacrime e condividere le loro gioie”. E il Signore dirà: “Non dire così, Luca, fratello mio. Io manderò lo Spirito Consolatore e si stringeranno in vincoli d’affetto invincibile coloro che ti sono cari e nessuno sarà abbandonato e io stesso tergerò ogni lacrima dai loro occhi. La tua partenza non diventerà una assenza, la tua presenza nella gioia del Padre non sarà una distanza. Non piangere più, Luca, fratello mio”».

“Luca sei stato un vero costruttore di ponti, una persona magica  – ha detto il suo amico Antonio – Ora tutti ti conoscono come ambasciatore. Ma noi sappiamo tutto quello che eri prima di diventare ambasciatore e amavamo anche le tue imperfezioni. Sapevi farci ridere”
” Continuo a sentire il vocale che mi aveva mandato venerdì scorso per complimentarsi per l’acquisto di villa Medolago – ha detto il sindaco Antonio Romeo – . A lui dedicheremo questo progetto. Aveva una voce allegra perché Luca era un eterno ragazzo a cui piaceva ridere.  Quando non aveva impegni Luca era orgoglioso di tornare nella sua Limbiate, dimostrando che anche nella periferia possono crescere i fiori più belli”.
Alla fine della cerimonia, sono stati trasmessi anche due messaggi vocali che l’ambasciatore aveva inviato dal Congo agli amici. Con la sua voce brillante, informava  con grande soddisfazione di essere riuscito a fare partire dal Congo 300 italiani che desideravano rientrare in Italia. “Viva l’Italia, sempre” aveva concluso.

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