Ci lascia a 79 anni CHICK COREA, leggenda del jazz. In un post pubblicato attraverso i suoi canali social ufficiali si legge che a colpirlo è stata una rara forma di cancro diagnosticatagli solo di recente.
“Era un marito, un padre e un nonno amorevole in famiglia, un mentore e un amico per molti. Tramite il suo lavoro e i decenni trascorsi in tour per il mondo, ha toccato e ispirato la vita di milioni di persone“, prosegue la nota, che contiene anche un commovente messaggio dello stesso Corea per i suoi fan e per i suoi amici musicisti: “Ringrazio tutti quelli che ho incontrato durante questo mio viaggio… Se potete suonare fatelo, il mondo ha bisogno di artisti… Ho avuto una sola missione: donarvi gioia“.
Una delle figure centrali nello sviluppo del jazz nel dopoguerra, le sue composizioni “Spain”, “500 Miles High” e “La Fiesta” sono diventate dei classici imprescindibili per gli appassionati del genere. Ha suonato nella band di MILES DAVIS alla fine degli anni ‘60, collaborando in alcuni dei suoi album più famosi, fra cui “Black Beauty: Live at the Fillmore West” e “Miles Davis at Fillimore: Live at the Fillmore East”. Negli anni ‘70 Corea fondò il gruppo RETURN TO FOREVER, punta di diamante del movimento jazz-fusion con cui ha inciso 14 album.
Accanto a Herbie Hancock e Keith Jarrett, Corea, all’anagrafe Armando Antonio Corea, di fiere origini italiane (Catanzaro), è considerato uno dei più importanti pianisti jazz di sempre, nonché uno dei più virtuosi utilizzatori di tastiere elettroniche, in special modo il Fender Rhodes. Ha abbracciato tantissimi generi durante la sua carriera e non ha mai nascosto una passione smodata per la musica classica. Molto prolifico ha continuato a comporre e suonare fino ai giorni nostri. Nominato 67 volte ai Grammy ha vinto il prestigioso riconoscimento in ben 23 occasioni, la prima nel 1976 con “No Mistery”. Nel corso della sua brillante carriera ha pubblicato più di 80 album, senza limiti, senza etichette, collaborando con tutti i più grandi, da Stanley Clarke, a Pat Metheny, John McLaughlin, Gary Burton e anche il nostro Pino Daniele, in vere e proprie opere d’arte senza tempo. Un domatore delle note che ha fatto dell’impossibile un punto di forza…
Era seguace di Scientology che per sua stessa ammissione ha esercitato una profonda influenza sulla sua direzione artistica.
Covid permettendo, era atteso a Umbria Jazz 2021, per il suo grande ritorno in Italia.
Lo scorso ottobre si era esibito a Clearwater, in Florida, per un programma di piano solo, che andava “da Mozart a Monk” ispirato al suo più recente album “Plays”, in cui ha spaziato da Scarlatti e Gershwin a Stevie Wonder.
R.I.P.