Musk e Zuckerberg hanno ragione. Le pecore siamo noi

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Di Fabio Massa

Che cosa sta succedendo al mondo social? In effetti, niente di strano. Facebook si è piegato a Trump? Musk usa X per i suoi scopi? E dove sta la novità? Oggi il Corriere riporta un interessante articolo nel quale si spiegano i motivi del perché “qualcosa è andato storto” con il social di Zuckerberg. In effetti niente è andato storto. Zuckerberg non è un filosofo e non è un filantropo. E’ una persona che vuole fare soldi. Come disse Brera in un suo bellissimo podcast, i feudatari dei social hanno capito che la vera miniera non è d’oro, ma dei dati. E del tempo della gente, che la gente spende su qualcosa che alle persona non dà niente se non una illusione, ma che alimenta le casse di chi sfrutta quel tempo per venderlo al mercato pubblicitario. Il giochino è semplice: i social danno l’illusione della libertà (ognuno può dire quel che vuole), e del protagonismo (ognuno può rappresentarsi per quel che vuole e non per quel che è). Ma in effetti i social non sono liberi e il protagonismo dura pochissimo. Nell’inseguimento dell’una e dell’altra cosa le persone dedicano ore della propria giornata a scrollare su piattaforme dalle quali non ricevono nulla. Non ci ricordiamo a medio termine niente di quello che leggiamo sui social, e quel poco che ci ricordiamo generalmente è pure falso. In compenso però il tempo che passiamo là sopra viene monetizzato, venduto. Zuckerberg ne ha avuto e ne ha un vantaggio economico. Musk ne ha avuto e ne ha un vantaggio politico. Sono due che fanno i loro interessi. La domanda non è perché lo fanno loro, ma perché lo facciamo noi. E la risposta non ci piacerà: perché siamo pecore. E come tali, siamo predisposte a farci tosare e – come nei casi di cyber bullismo – a farci scuoiare.

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