Di Fabio Massa
Il segreto della sanità lombarda è riassumibile in tre punti cardine. Il primo non è merito di nessuno: 10 milioni e oltre di cittadini, concentrati in aree ad alta densità. Per questo la sanità ospedalocentrica, che è più efficace, funziona. Per questo – ed è un altro argomento – i trasporti pubblici funzionano meglio. La convenienza dell’inurbazione, della concentrazione di persone, è evidente fin dai tempi antichi. Il secondo segreto della sanità lombarda è il concetto di base che il privato non è nemico del pubblico. Se il privato fa meglio una cosa, lasciamogliela fare. Se al privato diamo 100 euro e ce ne rende 80 di prestazioni, e al pubblico diamo 100 euro e ce ne rende 60 di prestazioni, meglio il privato. Occhio alle storture: se la proporzione si inverte, è il pubblico che va difeso. Il terzo segreto della sanità lombarda è la spinta all’innovazione, a partire dall’impulso politico. L’assessore Guido Bertolaso ha lanciato il concetto di “longevità sana”. Ovvero una rete di ospedali pubblici e privati che mettano in rete cure e prevenzione. E’ l’ennesimo passo di un processo iniziato già con Maroni di attenzione per l’invecchiamento della popolazione. Mentre in altre parti d’Italia siamo ancora fermi all’emergenza, qui si pensa al problema che esploderà fortissimamente tra qualche anno: una popolazione sempre più vecchia, sempre più tendenzialmente longeva, ma sempre più tendenzialmente malata cronica, che dunque va curata. Ecco, queste cure costeranno, e faranno esplodere il servizio sanitario nazionale se dentro il calderone delle riflessioni non ci mettiamo qualche idea e qualche sperimentazione. E’ giusta quella di Bertolaso? E’ presto per dirlo. E’ giusto provarci? Assolutamente sì. Anche se ovviamente ci sarà già chi dirà che il medico di base che manca, che il pronto soccorso che è strapieno, che questo e che quello. Tutte cose vere, ma che non tolgono che l’innovazione è un pilastro di questa Regione e che deve continuare ad esserlo.