Fine vita, primo caso di suicidio assistito in Lombardia

 Una cinquantenne affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni, è morta nelle scorse settimane a casa sua, nella località dove viveva, a seguito dell’autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, insieme alla strumentazione necessaria. Lo riferisce l'associazione Luca Coscioni.

0
727
Immagine di repertorio Pixabay

Serena (nome di fantasia a tutela della privacy), cinquantenne affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni, è morta nelle scorse settimane a casa sua, nella località dove viveva, in Lombardia, a seguito dell’autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale, insieme alla strumentazione necessaria. “Serena”, a causa della malattia, era paralizzata e costretta a una condizione di totale dipendenza e necessità di assistenza continuativa. E ’il primo caso in Lombardia. Lo riferisce l’associazione Luca Coscioni diffondendo anche il messaggio che ha lasciato Serena “La mia breve vita è stata intensa e felice, l’ho amata all’infinito e il mio gesto di porre fine non ha significato che non l’amassi. L’ho vissuta nonostante tutte le mie difficoltà per tantissimi anni, come se questa malattia non fosse dentro me. Ho affrontato la mia disabilità con rispetto e dignità. Quando però cominci a sentire la sofferenza oltre a quella fisica ma dentro l’anima, capisci allora che anche la tua anima deve avere il diritto di essere rispettata con la dignità che merita. Questo è ciò che nessuno può toglierti e non deve mai accadere… libera”. Come riporta l’associazione, dopo aver atteso 9 mesi dalla sua richiesta, “Serena” è la sesta persona in Italia (la quinta seguita dall’Associazione Luca Coscioni) ad aver completato la procedura prevista dalla Consulta con la sentenza 242/2019 sul caso “Cappato/Antoniani”, con l’assistenza diretta del Servizio sanitario nazionale che ha fornito il farmaco e ogni strumentazione necessaria. Serena aveva inviato la richiesta di verifica delle sue condizioni ad inizio maggio 2024. L’azienda sanitaria a fine luglio 2024, dopo l’acquisizione del parere del comitato etico comunicava a “Serena” il possesso dei requisiti stabiliti dalla Corte con la sentenza Cappato (capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, patologia irreversibile, sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili dal richiedente, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale). Successivamente a novembre informava Serena che non avrebbe individuato il farmaco e la strumentazione per l’autosomministrazione, ma che doveva essere il suo medico di fiducia a indicare, con una propria relazione, il farmaco letale e la metodica per la sua autosomministrazione. Serena con l’avvocato Filomena Gallo e un collegio legale, inviava all’azienda sanitaria la relazione medica con indicazione del farmaco, della quantità e della modalità di autosomministrazione a firma del dr. Mario Riccio medico di fiducia. Seguiva un sollecito in assenza di riscontro e a dicembre la Commissione di esperti e, a seguire, il Comitato Etico ne confermano l’idoneità e l’azienda sanitaria confermava la fornitura del farmaco.. L’azienda non comunicava la disponibilità di medici che, su base volontaria, assistessero “Serena” nella procedura di autosomministrazione che è quindi stata seguita dal dottor Mario Riccio, medico anestesista, Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni, che nel 2006 aveva assistito Piergiorgio Welby e poi alcuni pazienti che fino a oggi hanno avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. Serena dopo avere indicato la data in cui voleva procedere, ha chiesto all’azienda sanitaria la fornitura del farmaco approvato dalla Commissione aziendale da consegnare al dr. Mario Riccio che contattato dall’azienda sanitaria ha potuto ritirare tutto la mattina del giorno individuato e restituire successivamente strumentazione e materiali da smaltire. “Serena” ha potuto procedere con l’autosomministrazione del farmaco letale nel mese di gennaio 2025, nella propria abitazione, assistita dal dottor Riccio e circondata dai suoi cari.

Articolo precedenteSanremo, la voce del popolo del no: “Il Festival? Una volta forse…”
Articolo successivoSanremo, Settembre “Ancora non realizzo, sono grato a tutti”
Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.