A 65 anni ci ha lasciato il 20 Gennaio 2025 il leggendario chitarrista JOHN SYKES, furia bionda e punta di diamante a sei corde dell’hard rock inglese sin dai suoi esordi nel 1980. Si è spento nella stessa città che gli aveva dato i natali il 29 Luglio 1959, a Reading, in Inghilterra.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno tramite i canali ufficiali dell’artista e il comunicato recita: “è morto dopo una lunga e coraggiosa battaglia contro il cancro”, senza aggiungere ulteriori dettagli.
Con TYGERS OF PAN TANG, THIN LIZZY (a cui si è unito nel 1982), WHITESNAKE (dal 1984 al 1987), BLUE MURDER (inizialmente con Tony Franklin e Carmine Appice) e poi nel corso dell’immancabile carriera solista a suo nome, ci ha regalato tanta buona musica e hit immortali, dal sound grandioso!
Dopo aver fatto la storia della NWOBHM e aver esplorato l’amore per il blues con l’amico Phil Lynott, ha scritto e arrangiato con David Coverdale la Bibbia dell’hard rock, “1987”, successo planetario dei Whitesnake, firmando col sangue capolavori imprescindibili del genere tra cui “Still Of The Night” e “Is This Love”.
Da un’eternità ormai aveva in cantiere il nuovo album solista “Sy-Ops” che, costantemente rimandato, ha visto alternarsi diverse collaborazioni eccellenti (come Mike Portnoy e Billy Sheehan), nonché numerosi cambi di label. Ultimamente infatti John era diventato ancora più avaro e perfezionista cronico, ambiva a pubblicare il suo disco definitivo, pretendeva che rappresentasse l’essenza perfetta del riscatto tra “old & new school”, parola d’ordine “solid, no fillers!”. Negli anni 2000 aveva lanciato una pura “touring version” di tributo ai mai dimenticati Thin Lizzy in cui si era anche impegnato come frontman e voce, band poi evolutasi con repertorio originale nei Black Star Riders (di Scott Gorham e Ricky Warwick) dopo la sua dipartita nel 2009. Nel 2021 aveva pubblicato l’ultima manciata di brani tutti suoi, tra cui questa “Out Alive”.
Carismatico, un po’ schivo ma decisamente generoso e grande protagonista sulle scene, vantava un innegabile raro talento poliedrico e virtuoso in veste di chitarrista, compositore e arrangiatore. Da 20 anni a questa parte ha condotto una vita (carriera inclusa) per lo più fuori dai riflettori… Era talmente riservato che solo famiglia e strettissimi collaboratori sapevano della sua aspra e dura lotta contro il tumore. Nelle ultime ore però non si è affatto dimenticato della sua schiera fedele di fan attraverso le toccanti parole di commiato da questa dimensione: “amore sincero e gratitudine verso tutti voi“.
A proposito della sua attività ad intermittenza nella scena rock, in una delle sue ultime interviste aveva spiegato: “Non vedo l’ora di tornare in tour. Mi chiudo in me stesso a volte, come una sorta di rifugio rigenerante in un certo senso, e ci resto per un po’. Non lo so… A volte mi tiro fuori e sento l’esigenza vitale di spegnere tutto. Poi però mi assale sistematicamente la voglia matta di tornare fuori e suonare, suonare, suonare!”.
Tra i suoi featuring di pregio negli anni spiccano anche Def Leppard, Hughes & Turner e Derek Sherinian.
Molti i musicisti che in tutto il mondo hanno speso parole di enorme rispetto e affetto per Sykes. A colpire su tutti però, è certamente l’omaggio a sorpresa dell’ex partner David Coverdale. I rapporti tra i due infatti si erano rotti bruscamente sul finire degli anni ’80, inasprendosi nell’immediato, tra amarezza a livello personale e strascichi legali sul fronte lavorativo talmente pesanti da finire addirittura in un’aula di tribunale. In pratica a detta di Sykes, Coverdale aveva licenziato di punto in bianco tutti i musicisti, incluso Sykes, senza giusta causa subito dopo le incisioni del settimo album “1987”, mettendo poi insieme al volo una line up MTV-friendly per realizzare i famosi videoclip legati alla promozione del disco e il successivo tour, tagliando così fuori i legittimi protagonisti di quelle session lunghe ma fortunate. Coverdale dal canto suo ha sempre scaricato ogni responsabilità decisionale su management e Geffen Records, con Sykes che non si è bevuto né ha mai accettato quella versione dei fatti. I due da allora si sono sempre parlati solo tramite avvocati, eppure tramite il social X colui che resta il leader indiscusso dei Whitesnake ha condiviso in un accorato post di cordoglio alcuni scatti storici della line up 84/87, ricordando solo i giorni felici e fruttuosi trascorsi insieme a John: “Ho appena appreso la sconvolgente notizia della scomparsa di John… Le mie più sincere condoglianze alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi fan…”.
Un brutto colpo davvero…
“Ci auguriamo che la luce del suo ricordo possa spegnere l’ombra della sua assenza“.
RIP JOHN SYKES, angelo biondo tra lucertole allampanate, tigri ruggenti e serpenti bianchi…
Ottimo articolo, Collega. Brava.
Concordo su tutto, pur accogliendo con estrema riluttanza (non esiterei a dirmi addirittura ‘schifato’ a riguardo) le esternazioni di David Coverdale. Ipocrite anzichenò.
Coverdale ODIAVA Sykes, Dunbar e pure Murray, e ciò è risaputo. La Geffen Records all’epoca non fece nulla, furono Coverdale e il suo manager di quegli anni (John Kalodner, correggimi nel caso stessi dicendo una cosa per un’altra…?) a orchestrare il licenziamento dei suddetti, incuranti del fatto che proprio il loro determinante, fondamentale apporto, aveva fatto di “1987” il ‘million seller’ che tutti si aspettavano dai Whitesnake, o meglio, quelli che all’epoca erano a tutti gli effetti diventati i “Coverdsnake”, praticamente una one-man band che poteva avvalersi, in sede d’incisione in studio quanto di performance dal vivo, dell’apporto di noti turnisti, o session men che dir si voglia.
Mi rifiuto, pertanto, di accogliere le condoglianze di Coverdale ai famigliari di Sykes, come sentite e sincere.
RIP John James Sykes.
Un abbraccio,
N.
Grazie Nic! Tutto vero, come credo sia sincero anche il dispiacere di Coverdale nel suo cordoglio, forse un piccolo senso di colpa? Di sicura DC poteva svignarsela con uno sbrigativo “RIP” viste le notorie acredini tra i due, finiti addirittura in tribunale, invece a mio parere ha dimostrato affetto e rispetto. È come se gli stesse quasi tendendo la mano tra le immagini e le parole nel suo post. Non lo vedo come un semplice gesto di circostanza, a me ha colpito! E nel business i gesti di classe (e di coraggio) non sono mai scontati a mio avviso… Sai, gli eventi inaspettati spesso sortiscono reazioni altrettanto inaspettate, accecati dall’orgoglio si pensa sempre di aver tempo ma poi… Povero John, ne ha passate di ogni e ora è pure morto giovane.. che disdetta e che perdita… bellezza disarmante, sound esagerato, talento da vendere e un carisma ‘larger than life’!
Per carità Barbara,
Da parte mia MASSIMO rispetto per quanto affermi.
Devo però dirti, che per quanti, generosi e sinceri sforzi possa fare, non riesco proprio a comprendere l’atteggiamento di Coverdale nei confronti del chitarrista che, di fatto, ha contribuito a trasformare i Whitesnake da una band di grandissimo successo in patria (GB), a un fenomeno e un’autentica ‘macchina da soldi’ a livello mondiale.
Era finita in tribunale, se Coverdale avesse voluto veramente ‘tendere la mano’ al buon John avrebbe potuto dirgli una cosa del tipo “senti, abbiamo avuto le nostre divergenze, abbiamo fatto un tale casino di cui mi assumo tutta la responsabilità, e ti chiedo scusa. Vieni a fare 1 o anche 2 pezzi con noi sul palco, e seppelliamo l’ascia di guerra”.
Troppo comodo sputare veleno per DECENNI e in maniera, oltretutto, squallidamente GRATUITA, e appellarsi poi alla logica del “no matter what, it ALL gets sorted in the end (when someone dies)” o cretinate del genere.
Offendi gratuitamente una persona, deprechi il suo lavoro, gli neghi il giusto compenso? La parte lesa, al semplice fine di rivendicare il suo buon diritto, è costretta a trascinarti in tribunale? Sei un farabutto, un omuncolo, un poco di buono. Punto.
Tu pensi che Sykes gli avrebbe mai risposto “vaff…” nel caso in cui Coverdale si fosse espresso in tal modo?
Io non credo proprio.
Eppure, da che i 2 finirono in tribunale per le ben note vicende di licenziamento senza preavviso da parte di Mr.Coverdale & manager, io non ho MAI sentito una frase del genere, o anche solo due parole del tipo “scusami” o “facciamo pace” uscire dalla bocca dell’ex cantante dello Yorkshire.
Per quanto più di un addetto ai lavori mi abbia riferito, negli anni, che Coverdale è un “gentiluomo” o addirittura un “lord” (cito Alessandro Ariatti, ex-Metal Shock e Psycho, da me conosciuto anni fa a Parma) con fan e giornalisti, non mi riesce per nulla difficile comprendere la ragione per cui lui e Michele Luppi vanno così d’accordo.
Perchè sono due emeriti s—-zi.
E io Luppi, purtroppo, lo conosco non molto, bensì estremamente, bene…
E in certi ambienti, e a patto di scendere a determinati compromessi, la ‘legge’ del ‘chi si somiglia, si piglia’, vince sempre e comunque.
p.s.: e spero che Sykes non abbia MAI perdonato Coverdale. Per quanto mi riguarda, NON merita alcuna giustificazione nè tantomeno alcun perdono.
Confermo che Coverdale è un Gentleman, almeno con me lo è sempre stato quando ho avuto occasione di incontrarlo… posso anche capire che sentisse di avere maggiore giurisdizione sul nome Whitesnake ma credo anche avrebbero potuto mediare in qualche modo, volendo… credo siano caduti nella facile trappola delle offese, gelosie, ritorsioni, dispettucci vicendevoli a livello personale, finendo per non uscire più da quel labirinto e per mandare alle ortiche una carriera artistica che in quel momento era di nuovo in ascesa e avrebbe potuto regalarci altri capolavori come “1987” (sulla scia di uno “Slide It In” che veniva poco prima e adoro oltremodo)… un gran peccato per tutti insomma… quanto a Michele, no daiiiii, è un mio caro amico, lo conosco da quando aveva 15 anni, adorabile e simpatico, non posso che spendere buone parole per lui. Mi colpisce e mi spiace molto leggere quello che hai scritto, non se lo merita per quanto mi riguarda. MASSIMO RISPETTO per il suo talento e per come ha saputo gestirlo arrivando dove pochi italiani hanno osato e potuto, specialmente nella sfera hard rock!
Uno che offende gratuitamente mia madre (ma perchè il Sig.Luppi l’ha MAI conosciuta, mia madre??) per me è soltanto un fuori di testa completo che merita solo il mio disprezzo. Odio no, sarebbe troppo facile, soprattutto per un arrogante e un vanaglorioso come lui. Ma smettiamola di parlare di costui, per favore, a me le sanguisughe sociali e psicologiche che si nutrono di luce riflessa in quanto affetti da evidenti disturbi di personalità, non meritano attenzione alcuna. C’è solo da augurarsi che, prima o poi, riescano a farsi del male con le proprie mani. Per capire il male che hanno inflitto giustamente agli altri, o almeno, così spero.
Ha insultato mia madre, spero che non lo faccia MAI con la tua. Non lo meriti tu, nè tantomeno lei, ovviamente.
Un abbraccio Collega, e speriamo di rivederci presto. <3
Difronte alla morte si abbassa tutti la testa,finiscono tutte le discrepanze nate tra persone per bene.A mio parere a fatto bene Coverdale,nell’esprimere le sue condoglianze,si sarà reso conto che ormai non si ha più il tempo neanche di far pace. R.I.P John.
Rumore allo stato puro…inseguendo sonorità Blakmoriane distanti e appannate…un chitarrista come tanti ma senza nessuna originalità …buono per esercizi da manuale chitarra heavy….