“Giustizia per Ramy”, il corteo a Milano

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“Giustizia per Ramy Elgaml”. Lo chiedono i manifestanti che si sono riuniti ieri pomeriggio in zona Darsena a Milano per un corteo in memoria del 19enne morto lo scorso 24 novembre durante un inseguimento con i carabinieri. “Ramy è stato ucciso dalle forze dell’ordine, è l’ennesima vittima di un omicidio di Stato”, ha detto al megafono una delle organizzatrici della protesta promossa dal collettivo Rebelot. “Molte persone in queste settimane hanno provato a strumentalizzare il fatto che la moto non si fosse fermata al controllo. Un’inchiesta del Tg3 ha chiarito tutto: già sapevamo che quella moto è stata appositamente fatta schiantare, che non erano necessari otto chilometri di inseguimento, ma bastava prendere una targa. Già sapevamo che sei sei ragazzo egiziano che vive nei quartieri periferici la polizia non ti darà vita facile. La parola sicurezza – hanno aggiunto i manifestanti a è stata usata allo stremo, abusata. Per noi sicurezza è non esser uccisi dai carabinieri, unica colpa il colore della pelle”. Al corteo, anche la fidanzata di Ramy.


“Grazie per tutto quello che fate per Ramy, senza di voi saremmo tutti persi. Ci tenevo a dire che a me non importa cosa stavano facendo prima dello schianto, Ramy non meritava quella fine e Fares non merita di stare a casa a piangere il suo amico”. Così Nada, prendendo la parola al termine del corteo. “Ramy vive e vivrà per sempre, non solo dentro di noi, ma Ramy c’è sempre, ci sta guardando anche adesso, Ramy ha camminato e camminerà per sempre al nostro fianco. Ramy vivrà per sempre. Ti amo Ramy”. Dopo il suo discorso, i partecipanti alla manifestazione hanno gridato più volte il nome di Ramy. Il corteo, partito da piazza XXIV Maggio, si è concluso in piazzale Lodi.

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