Disegni, patchwork, fiori e funghi di carta, frasi e scritte variopinte realizzate dai nipoti adornano la bara di Rosita Jelmini Missoni, giunta a nella Basilica di Sant’Ambrogio per i funerali. Su tutte, la scritta “Rosita nonna adorata. La più radiosa mai esistita”. La stilista, che con il marito Ottavio fondò la maison di moda che si impose a partine dagli anni ’60, è deceduta il primo dell’anno. Presenti ai funerali, oltre ai familiari tra cui la figlia Angela, anche Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, il presidente della Regione Attilio Fontana, l’assessore regionale alla Moda Barbara Mazzali e quello comunale Alessia Cappello.
Rosita insieme al marito Ottavio Missoni “sono stati i primi a venire a Milano a sfilare, quindi sono tra gli artefici principali di questo sogno milanese, di questa idea della Milano Fashion Week. Sono sempre stati una colonna portante della nostra industria, del nostro sistema e anche un po’ di quella attitudine tutta italiana, l’Italian Style”. Lo ha detto il presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa, a margine delle esequie. La fondatrice della maison di moda “ha raccontato la moda in una maniera molto personale”, ha affermato Capasa. “ I Missoni hanno inventato uno stile quindi creatività, pragmatismo, perché poi l’hanno saputo mettere a terra. Ci lasciano l’idea che in Italia quando si fa qualcosa di speciale poi questo viene riconosciuto e si diventa poi quei narratori dell’Italian Style come lo sono stati. Rosita l’ho sempre considerata una persona dotata di grande umanità. Lei era proprio in grado di interagire con tutti, con la gente della moda e non della moda, con i giovani, con i meno giovani. Aveva una parola per tutti, una capacità di rapporto unica. Grande umanità, grande disponibilità anche il suo impegno verso le persone e il sociale”, ha concluso il presidente.