Abedini dal carcere: “Pregherò per Cecilia Sala e per me”

L'ingegnere iraniano detenuto in carcere ha chiesto al suo avvocato il motivo per cui il suo caso è legato a quello della giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran. "Pregherò per lei e per me" ha detto, ribadendo di respingere le accuse che gli sono contestate dagli Stati Uniti. La Corte d'Appello di Milano ha fissato per il 15 gennaio l'udienza per discutere la richiesta dei domiciliari avanzata dalla difesa.

0
404

La corte d’appello di Milano ha fissato per il prossimo 15 gennaio l’udienza per discutere la richiesta dei domiciliari avanzata dalla difesa di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano bloccato in Italia il 16 dicembre scorso per una richiesta di estradizione degli Usa. L’istanza ha il parere negativo della Procura generale di Milano. “Pregherò per lei e per me” ha detto l’ingegnere iraniano al suo avvocato, Alfredo De Francesco, durante il colloquio in carcere di stamani in cui si è parlato anche di Cecilia Sala. L’uomo, che ha ribadito la preoccupazione per la propria famiglia, ha chiesto infatti informazioni anche sulla sulla vicenda della giornalista in carcere in Iran. L’avvocato ha riferito che Abedini gli ha chiesto di scrivere su un foglio bianco il nome di Cecilia Sala, affinché possa pregare per lei. Durante il colloquio l’avvocato De Francesco ha spiegato all’ingegnere la situazione nel dettaglio, a partire dal parere negativo e non vincolante della Pg Francesca Nanni alla istanza di domiciliari fino ad entrare nel merito della vicenda per cui gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione con accuse che il 38enne non riconosce e respinge.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.