A Milano è partito divieto di fumo all’aperto

Al via i nuovi divieti per i fumatori, che non possono più accendere una sigaretta all'aperto, a meno che non si trovino ad almeno 10 metri da altre persone. "E' il modo migliore con cui tuteliamo la salute" afferma la vicesindaca Anna Scavuzzo.

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Sono partiti i nuovi divieti per i fumatori a Milano che non possono più accendere una sigaretta all’aperto, a meno che non si trovino ad almeno 10 metri da altre persone. E’ questo il secondo step previsto dal Piano Aria e Clima approvato nel 2020 dal Consiglio Comunale ed entrato in vigore l’anno successivo con le prime aree off limits per i fumatori, come parchi, impianti sportivi e cimiteri. Con l’eccezione delle sigarette elettroniche, dal primo gennaio il divieto di fumo è esteso “a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico incluse le aree stradali”, con l’eccezione di “luoghi isolati dove sia possibile il rispetto della distanza di almeno 10 metri da altre persone”. Non si potrà quindi fumare anche nei dehors di bar e ristoranti. Non saranno comunque multati i commercianti, ma solo i cittadini che rischiano un’ammenda da 40 a 240 euro se non rispetteranno l’obbligo, anche se è probabile che ci sarà un inizio soft nei controlli da parte della Polizia Locale.
Secondo i dati dell’Arpa Lombardia, il fumo delle sigarette è responsabile del 7% delle emissioni di polveri sottili e il Piano Aria e Clima si propone di ridurre del 45% il livello di CO2 entro il 2030, anche grazie a nuovi divieti sulla circolazione che entreranno in vigore nei prossimi anni.
“Questo divieto è una indicazione rispetto all’abitudine da assumere, credo che questo sia il modo migliore con cui tuteliamo la salute. Possiamo dire che fumare fa male – ha osservato la vicesindaca -, quindi non estendiamo un divieto togliendo la possibilità di fare qualcosa di meraviglioso”.

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