Di Fabio Massa
Gongola, il Carlo Monguzzi eletto nella lista Europa Verde per Sala sindaco contro il sindaco Beppe Sala: “Ormai il sindaco è solo”. Ovviamente si riferisce alla legge Salva Milano, che dovrebbe chiudere una volta per tutte con una interpretazione autentica la vicenda – innescata dal quel milieu culturale (si fa per dire) di comitati e comitatini e professionisti militanti nella sinistra radical tanto cara a Monguzzi – dell’urbanistica milanese. Basterebbe questo, a capire da che parte stare. Ma poi c’è il Pd, che da solo è quasi maggioranza assoluta a Milano. E il Pd ha deciso di appoggiare convintamente alla Camera il provvedimento salvo poi farsi spaventare dalle conventicole di cui sopra, e proporre il metodo perfetto per tirarsi fuori dalle peste al Senato: tirare lunghissimo. E così non risolvere nulla per Milano. Il problema è che il Salva Milano – su questo ha ragione, ma per motivi opposti, Monguzzi e compagnia urlante – è davvero una questione politica. Chi lo vuole, vuole che Milano rimanga una città che si evolve, che riqualifica, che investe a suon di miliardi di euro perché appetibile per i fondi internazionali. Sì, che vogliono guadagnare, ovviamente. E vogliono guadagnare tanto, giacché di San Francesco in giro non se ne vedono da qualche centinaia di anni. Ma che guadagnando hanno dato a Milano i nuovi quartieri gioiello di Gae Aulenti e tutti gli altri. Questi sono quelli che vogliono il Salva Milano, e pure qualcosa di più: un piano di sviluppo che vada oltre il centro e arrivi in periferia. Servono più case, numericamente. Servono più case in una zona più vasta. Serve una espansione nell’hinterland. Non una contrazione. Altrimenti, una volta finiti i progetti in itinere, perché le aziende che hanno comprato il terreno i lavori li devono anche concludere, i grandi fondi andranno da qualche altra parte. Se l’Italia è fortunata a Roma, se è sfortunata, in qualche altra parte del mondo. In entrambi i casi, addio alla Milano che sale di oggi. Ora, questa è una posizione politica. Ed è questa posizione che ci si aspetta dal Partito Democratico. Una posizione chiara, netta, senza incertezze. Il sindaco prenda atto che questa posizione non è senza incertezze perché le traiettorie di politici romani, ma anche e soprattutto di politici locali, sono diverse. E faccia del Salva Milano una bandiera. Tanto non ha proprio nulla da perdere.