Aperta la camera ardente dell’ex sindaco Pillitteri

A Palazzo Marino è aperta la camera ardente dell'ex sindaco Paolo Pillitteri morto a 84 anni. Ad accogliere il feretro il sindaco Beppe Sala, alla presenza della famiglia. Tra i primi a rendergli omaggio, l'ex sindaco Gabriele Albertini.

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È aperta dalle 9 di stamani a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, la camera ardente dell’ex sindaco Paolo Pillitteri, morto a 84 anni. Ad accogliere il feretro il sindaco Giuseppe Sala, alla presenza della famiglia, i figli Stefano e Maria Vittoria, e la moglie Cinzia Gelati. All’apertura della camera ardente hanno voluto rendere omaggio all’ex sindaco il suo collega Gabriele Albertini e il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. La camera ardente è stata allestita in Sala dell’Urbanistica, a fianco dell’aula del Consiglio comunale. Il feretro è stato adornato con un cuscino di garofani rossi che riempiono anche quattro vasi che adornano la sala. Paolo Pillitteri era “un uomo, sensibile, amabile e di grande umanità, che ci dispiace non sia più con noi. Era un amico, un predecessore”. Così l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini.  È stata “una persona che ha dato molto a Milano, ma soprattutto l’ha rigenerata sul piano culturale – ha aggiunto -, erano momenti particolari che ha saputo vivere e amplificare, dando un suo connotato di inventiva e creatività”.
“La storia di mio padre è molto lunga per quanto riguarda il legame con questo palazzo perché inizia nel 1970 quando diventa assessore alla cultura. Palazzo Marino ha rappresentato moltissimo per mio padre” ha detto Stefano Pillitteri, figlio di Paolo.
Gli anni in cui è stato sindaco della città, ha aggiunto il figlio, “sono stati molto particolari, per un lungo periodo sono stati definiti gli anni della Milano da bere – ha ricordato -, con un’accezione abbastanza demonizzante. A distanza di tempo tutti siamo in grado di poter vedere che cos’era quella città che non era semplicemente né dei rampanti né del cinismo ma era una città estremamente ricca di iniziative; estremamente viva ed estremamente libera”. “E il fatto che mio padre sia stato sindaco in quel momento di culmine di Milano, negli anni in cui era sindaco finì anche sulla copertina di Time – ha proseguito Stefano -, è stato il coronamento di una sua carriera amministrativa fortemente incentrata in questa città”. Sugli altri anni, quelli relativi a Tangentopoli, quando Paolo Pillitteri venne indagato e poi condannato per ricettazione, “sarebbe bello calasse l’oblio, ma non è possibile, perché dobbiamo essere consapevoli che quello che è successo dal 1992 in poi – ha concluso -, un periodo che ha cambiato il Paese, ha cambiato la città e ognuno è in grado di dare un giudizio”.

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