A Milano nasce la Grande Brera con l’inaugurazione di Palazzo Citterio

Il pubblico, dall'8 dicembre, potrà dunque visitare uno spazio per decenni chiuso e oggi restituito alla città, un museo dove saranno custodite, con un allestimento innovativo, le collezioni Jesi e Vitali.

0
760

Nasce la Grande Brera, con l’inaugurazione di domani, 7 dicembre, si conclude il percorso di Palazzo Citterio. Dopo 52 anni si realizza l’ampliamento della Pinacoteca di Brera con un allestimento innovativo e le collezioni Jesi e Vitali, oltre 200 opere che comprendono capolavori dell’arte italiana e internazionale – Carrà, Morandi, Boccioni, Modigliani, Picasso, Braque — e che sarà sede, negli spazi completamente riallestiti, di importanti mostre di arte moderna e contemporanea. Stamane la presentazione in anteprima per la stampa.

Abbiamo lavorato dal 15 gennaio scorso, giorno del mio insediamento, focalizzando la data del 7 dicembre – dichiara Angelo Crespi, direttore Generale della Pinacoteca di Brera, di Palazzo Citterio e della Biblioteca BraidenseCi siamo dati il compito di concludere il cinquantennale percorso di Palazzo Citterio entro il 2024, perché crediamo che sia un atto doveroso, eticamente ed economicamente, l’apertura di questo edificio che consente l’ampliamento della Pinacoteca, coronando il sogno di Franco Russoli di realizzare la Grande Brera, cioè un nuovo modo di pensare l’edificio storico di Brera con l’annesso Palazzo Citterio, di pensarlo come un luogo unico con le sue molte funzioni e una collezione antica e una di arte moderna, tra le più importanti al mondo”.

Sottoposto nel corso degli anni a differenti interventi di recupero, dagli anni Ottanta del Novecento in poi, il Palazzo ha visto alternarsi vari progetti con diversi stanziamenti di fondi da parte del Ministero: dal primo progetto di Giancarlo Ortelli e Edoardo Sianesi, alle ristrutturazioni che hanno portato alla creazione di sale come quella affidata nel 1986 dall’Associazione Amici di Brera all’architetto James Stirling, fino agli anni Duemila con la ridefinizione della sistemazione dei locali ipogei e la sistemazione degli spazi non edificati. Fino all’ultimo corposo finanziamento del 2012 con l’avvio dei lavori completati in una parte significativa nel 2018. Dopo il passaggio del Palazzo all’allora direttore di Brera James Bradburne la progettazione si è prorogata fino alla scadenza del suo mandato nell’ottobre 2023 mentre, nel frattempo, le opere del Novecento delle collezioni Jesi e Vitali, hanno trovato spazio nelle sale napoleoniche della Pinacoteca in speciali depositi a vista realizzati nel 2019 grazie al finanziamento della Fondazione Giulio e Giovanna Sacchetti. Il direttore generale, Angelo Crespi, dopo il suo insediamento il 15 gennaio 2024, ha avviato un nuovo progetto con importanti opere di consolidamento strutturale di una parte dell’edificio, di perfezionamento degli impianti HVAC museali, e la realizzazione degli allestimenti in continuità con i restauri della Sovrintendenza. I lavori, iniziati a giugno, sono stati portati a termine il 31 ottobre. Durante questa fase ha collaborato l’architetto Mario Cucinella, mentre gli storici dell’arte e i curatori, per la prima volta al mondo in un museo, hanno potuto usufruire di uno strumento tecnologico innovativo: la realtà aumentata del software Noor, che ha permesso di previsualizzare il posizionamento delle opere d’arte e consentire una valutazione in tempo reale degli spazi espositivi. Il risultato è l’apertura di un Palazzo che vuol essere fulcro della vita milanese, il punto di arrivo e di partenza per una Grande Brera che si proietta come un luogo portatore di valori a livello nazionale e internazionale. Dal punto di vista strutturale oggi, al centro del Palazzo, al piano nobile si apre una grande sala, denominata numero 40, in continuità con la Pinacoteca dove le opere arrivano a coprire il periodo fino al 1861. In questa sala, pensata da Isabella Marelli recentemente scomparsa, è esposta la Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo e da qui partono le due collezioni: una fronte via Brera, la Jesi, l’altra fronte giardino, la Vitali. A cura di Marina Gargiulo, storica dell’arte responsabile delle collezioni del XX secolo della Pinacoteca di Brera, la sistemazione delle opere è stata organizzata per nuclei tematici e cronologici. Una complessità ulteriore ha riguardato la collezione Vitali che è eterogenea: mentre la Jesi è dedicata Novecento, la Vitali contiene pezzi archeologici, medievali, del Seicento, fino a Morandi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.