Sovranismo di parola: si ascolta tutti, ma non si risponde a nessuno

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Di Fabio Massa

Bisogna cercare di essere rigorosi. E coerenti. Certo, la coerenza in politica è dote rara, ma provarci non guasterebbe. Ci sono due strade percorribili. La prima: ascoltiamo ogni cosa che viene detta all’Italia da chiunque non sia italiano. Parla il presidente dell’Albania? Lo ascoltiamo. Quello della Bulgaria? Pure. I nordici d’Europa che ci dicono che siamo pezzenti e spendaccioni, anche. Gli Stati Uniti di Obama? Pure. E anche però quando parla Trump e magari Bannon dicendo oscenità. O Putin. E anche il Papa, dobbiamo ascoltarlo. Se ascoltiamo tutti questi e rispondiamo a tutti, allora ha diritto di parola anche Elon Musk in quanto multimultimulti miliardario e – ora – quasi membro dell’amministrazione americana. Oppure, ed è questa la mia posizione, di tutta questa gente semplicemente ce ne freghiamo. Certo, il mondo è libero di dire quel che vuole, ma alla fine noi siamo italiani e l’Italia è nostra. Aprite le valvole, come dice Dagospia, e parlate di questo e di quello? Benissimo. Noi non rispondiamo e non prendiamo in considerazione nulla. Decidiamo noi, e non discutiamo con gente che con il nostro Paese nulla c’azzecca. Perché questo fa una potenza internazionale: legge e ascolta, non dibatte con personalità estere. Pensate che il presidente degli Stati Uniti passerebbe più di 22 secondi su una dichiarazione di Giorgia Meloni e che il New York Times faccia più di un trafiletto a pagina 20? Invece noi se parla uno – pur ricco come Musk – noi lo mettiamo in prima pagina sul giornale, e gli risponde niente di meno che il Presidente della Repubblica. L’Italia dovrebbe scegliere una strada, semplicemente. Una strada che è indipendente dal messaggio, che può essere di destra e di sinistra, ma che dipende assai da chi lo pronuncia.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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