Bannon, una intervista preoccupante: gli Usa restino un pilastro del mondo libero

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La notizia di oggi che mi ha fatto rabbrividire è una intervista a Steve Bannon, definito qui in Italia come “lo stratega di Trump”. Uno molto potente, che in molti in Italia hanno corteggiato per tanto tempo. Intervistato dal Corriere della Sera dice un po’ di cose, nessuna delle quali banale, tutte quante assai preoccupanti. La prima: che la Meloni deve smettere di sostenere l’Ucraina e tornare ad adorare Trump, come fosse una groupie. La seconda: che l’Europa non conta un cavolo, e che gli Stati Uniti devono pensare solo a se stessi, come se non stessero pensando a se stessi mentre ci vendono il gas a prezzo ultra conveniente per loro. La terza: una vaga serie di minacce contro chiunque abbia dei dubbi sulle collocazioni politiche, in chiave internazionale, del movimento MAGA, ovvero Make America Great Again. La quarta: i dazi che verranno imposti a tutti quelli che vogliono esportare in America, con parole più che dure, violente. Altre cose non me ne vengono, ma l’intervista – se è stata riportata fedelmente dal Corriere della Sera, e non ho dubbi sulla professionalità di chi l’ha scritta – è di quelle da far rizzare le orecchie. Gli Stati Uniti sono un presidio di democrazia per il mondo. La prima presidenza Trump non ha rinnegato questo dna, così come non l’ha fatto nessuna presidenza prima e dopo Trump. Gli Stati Uniti sono sempre stati un pilastro per il mondo libero. Speriamo che continuino ad esserlo. E che Bannon non creda davvero alle cose che ha detto e ai toni che ha usato.

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Luca Levati
La prima volta della mia vita in cui “sono andato in onda” è stato il 7 luglio 1978…da allora in radio ho fatto veramente di tutto. Dai programmi di rock all’informazione, passando per regie e montaggi. Giornalista dal maggio 1986 sono arrivato a Radio Lombardia nel marzo del 1989 qualche giorno prima della nascita del primo mio figlio, insomma una botta di vita tutta in un colpo. Brianzolo di nascita e di fatto il maggior tempo della mia vita l’ho passato a Milano città in cui ho avuto la fortuna di sentire spirare il vento della cultura mitteleuropea. Adoro la carbonara, Finale Ligure e il Milan (l’ordine è rigorosamente alfabetico). I libri della vita sono stati e sono: “Avere o essere” di Fromm, “On the road” di Kerouac, “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera, “Grammatica del vivere” di Cooper e l’opera omnia del collega e amico Piero Colaprico (vai Kola!). I film: “Blade Runner“, “Blues Brothers” e “Miracolo a Milano” quando buongiorno voleva dire veramente buongiorno. Ovviamente la musica è centrale nella mia formazione: Pink Floyd, Frank Zappa, Clash, Genesis e John Coltrane tra i miei preferiti. https://www.wikimilano.it/wiki/Luca_Levati

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