Lavoratori in nero e dormitori abusivi nel laboratorio che produce vestiti per l’alta moda

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La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Varese ha sottoposto a sequestro preventivo un opificio con annessi spazi utilizzati come dormitori abusivi, dove veniva svolta, da cittadini cinesi, l’attività di confezionamento e produzione di capi d’abbigliamento di note griffe. L’edificio si trova a Samarate. I lavoratori in nero venivano pagati  8 euro ciascuno e rivenduti al dettaglio a 400 euro.
In particolare, i finanzieri di Busto Arsizio hanno avviato un mirato controllo fiscale nei
confronti di un’impresa, attiva da soli tre mesi, operante nel settore della produzione di capi d’abbigliamento per note griffe di alta moda, che operava in totale spregio delle norme igienico – sanitarie, delle norme in materia di prevenzione incendi, sfruttando manodopera illecita e clandestina.
Le Fiamme Gialle hanno identificato i cittadini cinesi presenti nel capannone e nei dormitori, tra cui diversi risultati privi di regolare permesso di soggiorno, alcuni lavoratori “in
nero”, nonché minorenni alloggiati, i quali, in seguito allo sgombero dei locali, sono stati affidati ai servizi sociali del comune di Samarate.

Nei giorni successivi sono stati svolti insieme al personale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, della locale A.T.S. e dell’Ufficio tecnico del Comune, accertamenti e sopralluoghi finalizzati alla verifica delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento in sicurezza dell’attività d’impresa. La polizia economico-finanziaria bustocca ha quindi appurato la totale mancanza di  titolo abilitativo e autorizzativo per lo svolgimento dell’attività d’impresa all’interno dell’immobile e hanno individuato 12 persone di cittadinanza cinese, alcune intente a svolgere attività lavorativa all’interno dell’impresa, altre trovate a dormire o bivaccare all’interno di locali dell’immobile del tutto fatiscenti e privi di qualsiasi minimo requisito igienico – sanitario.
Al termine delle attività, il titolare della società è stato denunciato per i reati di caporalato, sfruttamento ed ospitalità di manodopera clandestina, nonché per le gravi violazioni in
materia di salute e sicurezza sul lavoro. Anche la proprietaria del capannone sequestrato, a seguito delle irregolarità edilizie dei locali, è stata denunciata per abusivismo edilizio, data la presenza di locali dormitorio non dichiarati.

 

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