“Com’eri vestita?”, la violenza sessuale non è mai colpa delle vittime

Fino all'11 novembre presso il Tribunale di Milano è allestita la mostra "Com'eri vestita?" promossa dall'associazione Libere Sinergie. Riproduce gli abiti indossati dalle vittime di stupro e attraversa 17 storie. "Com’eri vestita?" è la domanda ricorrente posta alle vittime di stupro. Implica una presunta connessione tra la violenza subita e gli abiti indossati dalla vittima, spostando la responsabilità, o addirittura la colpa, su di lei.

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“Com’eri vestita?” è una mostra per dire che la violenza sessuale non è mai colpa delle vittime qualunque cosa indossino. “Com’eri vestita?” è infatti la domanda ricorrente posta alle vittime di stupro nelle stazioni di polizia, nelle aule di giustizia, nei media. Implica una presunta connessione tra la violenza subita e gli abiti indossati dalla vittima, spostando la responsabilità, o addirittura la colpa, su di essa.

Promossa dall’associazione Libere Sinergie, la mostra è allestita fino all’11 novembre presso il tribunale di Milano nell’area centrale davanti alla Corte d’Assise Corso di Porta Vittoria. Riproduce gli abiti indossati dalle vittime di stupro. Attraversa 17 storie di vittime di violenza sessuale per abbattere stereotipi e pregiudizi. In occasione dell’inaugurazione, sono state lette alcune delle storie dall’attrice e socia dell’associazione Rossella Raimondi.
La prima installazione di “Com’eri vestita?” è datata 8 marzo 2018, quando è stata proposta al pubblico a Milano, presso la Fabbrica del Vapore. Da allora sono state oltre 300 le tappe in tutta Italia realizzate in sinergia con associazioni, scuole, università, enti territoriali, Tribunali e tante altre realtà locali.

“Com’eri vestita?” è l’adattamento italiano di “What Were You Wearing?”, l’installazione ideata da Jen Brockman, direttrice del Centro per la prevenzione e l’educazione sulle aggressioni sessuali presso la University of Kansas, e Mary A. Wyandt-Hiebert, direttrice
delle iniziative di programmazione del Centro di educazione contro lo stupro presso la University of Arkansas. Proprio qui si è tenuta la prima esposizione, il 31 marzo 2014, dieci anni fa. Con l’autorizzazione delle due ideatrici originarie, Libere Sinergie ha sviluppato il progetto italiano con storie originali raccolte da due socie – Silvia Cattafesta, counselor, e da Nadia Muscialini, psicoterapeuta – nello svolgimento del loro lavoro.

Dal 25 novembre la mostra sarà allestita a Malpensa, nell’area delle partenze internazionali, fino all’Epifania.

 

Ascolta la puntata di Lombardia Buone Pratiche con le voci dell’attrice Rossella Raimondi e la curatrice della mostra Gabriella Penno, di Libere Sinergie. 

 

 

 

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